Bonus 110%

Bonus 110%

Ci avviamo verso un autunno difficile ed invece di concertare mesi molto impegnativi sul piano economico e sociale ci troviamo a che fare con la stessa litigiosità politica che sfocia in polemiche come quella sul bonus del 110 per i lavori che dovrebbero fra l’altro garantire una effettiva transizione energetica. In un momento nel quale l’energia sta costando molto alla nostra economia ed alle famiglie in totale dissociazione con gli auspici a fare in modo di evitare una possibile recessione.

E’ insomma il momento più sbagliato per rimettere in discussione il bonus fino a celebrarne una prematura fine. Il sindacato non può che opporsi a questo modo di affrontare i problemi e, sul piano del merito a considerare solo gli svantaggi o le ambiguità del bonus e non il valore che ha rappresentato per far ripartire il settore edile ed una più vasta attività economica ad esso collegata. Ci si dimentica della occupazione in ripresa, di famiglie che con il lavoro hanno ritrovato un reddito, delle potenzialità di lavori tecnologicamente più avanzati, delle professionalità da poter impiegare. Ecco perché ci opponiamo fermamente alla liquidazione del bonus. In una fase produttiva nella quale si addensano nubi di ogni tipo ed in un contesto sociale dove molte famiglie fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, togliere di messo un volano di grande utilità come il bonus è davvero una follia.

Inutile dire che vanno evitati abusi ed irregolarità. Era chiaro fin dall’inizio che occorreva vigilanza e controlli. Buon senso vorrebbe che Istituzioni e politica facessero un serio esame di coscienza prima di esercitarsi in sentenze. Il bonus è uno strumento prezioso ma che ha bisogno di essere utilizzato correttamente ed in un lasso di tempo più lungo di quello previsto. Almeno se si vuol davvero migliorare la condizione ambientale ed energetica di città e siti produttivi, oltre che dotare il Paese di infrastrutture compatibili con un nuovo sistema di sviluppo. Ecco perché’ le forze sindacali avevano chiesto una proroga che resta un argomento validissimo anche in questo momento. Ma non solo: abbiamo proposto correttivi necessari per continuare ad usare il bonus evitando intrecci poco tracciabili, per immaginare un décalage del bonus che però tenga conto dei redditi più bassi, di migliorare il meccanismo del credito, di far applicare sul serio il contratto contrastando il lavoro nero ed altri interventi che possono evitare le criticità emerse.

Giustamente vito Panzarella Segretario generale della Feneal Uil ha parlato di “suicidio politico” se mai si volesse insistere nell’accantonamento di questo strumento che, ha osservato, può invece proiettare nel futuro lavoro e produzione. I problemi emersi sono tutti risolvibili. Ed hanno tutti una soluzione ragionevole a portata di mano in modo tale da rilanciare il bonus del 110% senza le incongruenze del passato. Quello che è importante è che le modifiche non siano il preludio ad un ripensamento sulla necessità di proseguire su questa strada. Sarebbe un errore grave e faremo di tutto perché venga evitato.

Giovanni (Agostino) Calcagno

Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio