Ci avviamo verso la fine dell’anno con una situazione di incertezza che ha il suo maggiore limite nella pesantezza che grava sui redditi da lavoro e da pensione. Si potrebbe uscire dalla costrizione della emergenza in qualche modo? Sarebbe necessario e possibile. L’inflazione si è sempre più fatta sentire ma finora si è discusso di misure tampone quando invece occorrerebbe riflettere rapidamente su un sistema aggiornato di sostegno alle retribuzioni ed alle pensioni con caratteristiche più strutturali. Si potrebbe ma…
Stessa storia con l’attività produttiva: in estate il nostro settore ha retto pur scontando una flessione. Inoltre, l’occupazione è stata garantita in massima parte da piccole e piccolissime imprese. Più il tempo passa e più i segnali di recessione possono erodere questa precaria tranquillità. Servirebbero grandi piani di sviluppo anche sul piano regionale e comunale ma in realtà ci troviamo aggrappati a livello nazionale alle polemiche sul bonus o …sul ponte di Messina. Non si può non sfuggire a questo modo di ragionare se vogliamo evitare di rimanere intrappolati in nuove fasi recessive. Sul bonus probabilmente si scenderà dall’attuale 110% al 90%. E’ la stessa dimensione dell’incentivo che ha prodotto buoni risultati per la ristrutturazione delle facciate. Anzi in quel caso non si sono verificati gli inconvenienti ed i “pasticci” del 110%. Una lezione che dovrebbe far riflettere. È fondamentale che il bonus continui ad essere uno dei punti fermi della produzione in edilizia, ma la modulazione dell’incentivo è nelle cose, visto che occorre migliorare la sua gestione pena la paralisi produttiva. Semmai non devono essere troppo “restrittive” le maglie che regolano l’accesso per reddito al beneficio. Occorre valutare bene i limiti di reddito per non incorrere in errori di valutazione che di fatto potrebbero ridurre negativamente l’utilizzo del bonus.
Ma al tempo stesso il bonus deve promuovere l’attività di imprese preparate e che si muovono nella legalità, come pure devono essere rispettati i protocolli che regolano le misure essenziali per garantire la sicurezza del lavoro.
Le opportunità di rilancio produttivo insomma andrebbero oggi sfruttate al massimo ma con razionalità e con uno spirito ben diverso da quello che potremmo sintetizzare con il famoso detto “’a da passa’ ‘a nuttata”. Saper guardare avanti è decisivo. In tal senso è certamente importante il protocollo firmato dalle nostre organizzazioni di Roma e del Lazio per Roma expo 2030. E’ estremamente utile allargare gli orizzonti economici non solo per rispondere alla esigenza di tornare a progettare il futuro, ma anche per fornire al mondo delle imprese ragioni sufficienti a resistere alle difficoltà. Non dimentichiamo che fra i segnali più incoraggianti e forse poco valutati sul piano occupazionale c’è quello che riguarda le assunzioni a tempo indeterminato in…rimonta sulle altre tipologie di contratti. Non tutto è chiaro, lo sappiamo, ma certamente tale dato non va sottovalutato. Ma è un risultato che va mantenuto nel tempo e per questo motivo occorrono scelte riformatrici e riorganizzatrici di medio e lungo periodo.
È inutile ribadire che i sindacati delle costruzioni nella nostra città e regione sono pronti a dare il loro contributo per tornare ad un trend di crescita più continuo. Serve però anche una continuità di dialogo con le Istituzioni locali che ancora non si è manifestato come le necessità occupazionali, produttive e di riassetto territoriale richiederebbero. Ed è un problema che va affrontato per evitare che diventi poi un handicap dal quale sarà difficile liberarsi. Meglio molto meglio procedere sul percorso della partecipazione che rischiare di imboccare quello della indifferenza al ruolo delle forze sociali perché potrebbe divenire l’anticamera di situazioni conflittuali. C’è invece molto da fare sul terreno delle proposte e del confronto. Ed è quella la priorità che può sostenere lo sforzo di non ricadere nei ritardi e negli errori del passato.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio