I lavoratori edili si mobilitano ancora una volta in nome della crescita economica e del lavoro. La mobilitazione decisa ad aprile, il primo del mese, testimonia che il settore edile non vuol essere ricacciato indietro, quando cioè per la mancanza di politiche industriali in grado di fronteggiare le crisi si perdevano posti di lavoro e chiudevano le imprese.
Non vogliamo tornare a quel periodo di difficoltà che ha privato il Paese, va sempre ricordato, del suo miglior volano per tornare a crescere sul piano economico, evitando l’accumularsi di disagio sociale e diseguaglianze.
La piattaforma di lotta e proposta avanzata da Feneal Uil e Fillea Cgil, aperta come è costume sindacale al dialogo ed alla volontà di ottenere risultati utili per tutto il settore, è molto chiara: propone la necessità di affrontare nuovamente le questioni fondamentali dello sviluppo, per difendere l’occupazione oggi minacciata da scelte sbagliate, ma anche per crearne di nuova ed al tempo stesso per riqualificare i nostri territori ed elevare la vivibilità delle nostre aree urbane.
Si tratta insomma di riprendere un percorso di interventi strutturali che migliorino il Paese e non lo blocchino nuovamente come rischia di fare ad esempio lo stop del Governo sulla vicenda dei bonus.
Quello stop oggi è la più seria minaccia all’occupazione, ma è anche un modo perverso per impedire ai bassi redditi quelle migliorie che sul piano energetico e su quello della vivibilità possono garantire lavori che siano però alla portata delle famiglie. Ecco perché il decreto di cui si discute deve essere cambiato ed è stato per giunta un grave errore del Governo quello di non sentire le organizzazioni sindacali su una questione tanto grave perché mette in pericolo buona parte del presente e del futuro del nostro settore. Abbiamo avanzato proposte precise: dallo sblocco dei crediti a ciò che va fatto, anche modificato l’attuale normativa, per i prossimi 10 anni, garantendo redditi bassi, incapienti come tanti anziani, condomini popolari e periferie.
Ma la nostra piattaforma non si ferma a questo importante argomento. Reclama una legge quadro per la rigenerazione urbana che deve spaziare con nuovi piani urbanistici sulle maggiori urgenze fino ad oggi inevase: dal verde ai servizi, dalle scuole alla sanità ed ai trasporti con particolare attenzione per le aree periferiche e più svantaggiate socialmente.
E soprattutto non si deve indietreggiare sul problema delle regole contrattuali e della sicurezza. Esprimiamo quindi la necessità che non ci sia una giungla contrattuale nel settore delle costruzioni e che vada ripristinato il divieto di subappalti a cascata. E’ una piattaforma molto impegnativa ma assolutamente necessaria in un momento nel quale la crescita economica è più vicina alla stagnazione che allo sviluppo e nel quale l’inflazione continua a colpire i redditi da lavoro e da pensione. Non si deve uscire da questa situazione con più problemi di quelli che abbiamo accumulato fino ad oggi anche per responsabilità di una politica che sa molto bene dividersi sulle questioni di potere ma non sa confrontarsi come si dovrebbe sul presente e sul futuro del Paese. È indispensabile scuotere le Istituzioni e la politica per evitare altri disastri sul piano occupazionale, economico e sociale.
Basta con l’improvvisazione, con le ripicche fra schieramenti politici. Basta con un sistema decisionale che taglia fuori le forze sindacali. È tempo di reagire con determinazione, con autonomia, con capacità propositive. Ed è quello che faremo.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio