Di recente è apparso uno studio dal quale si rileverebbe che il settore industriale nel suo complesso mostrerebbe difficoltà crescenti con la conseguenza di un aumento considerevole delle ore di cassa integrazione.
Fino ad ora possiamo dire che questa non è la sorte del lavoro edile a Roma e nel Lazio, ma che anzi si può evitar persino che questa situazione lo lambisca visto che con il giubileo e le altre opere da realizzare ci sarà nei prossimi mesi ed anni molto da fare.
Ma occorre partire con il piede giusto. Se guardiamo allo scenario generale, infatti, non possiamo non manifestare alcune inquietudini. Non a caso il documento della Uil sulla manovra del governo Meloni segnalava forti limiti ed insufficienze ed una mancanza di visione di politiche industriali in grado di mantenere il Paese sul percorso della crescita. E viste le attuali circostanze, fra guerre, inflazione e problemi del debito pubblico, non si può certamente stare tranquilli.
Ma cos’è che non va nell’avvio di questa grande stagione di lavori per il Giubileo? Potremmo condensare le riflessioni critiche in una sola parola: confusione. Parola grave però perché non permette di capire come stanno esattamente le cose, impedisce un confronto di merito, lascia inevasi problemi fondamentali per il lavoro a partire dal tema sicurezza.
Possiamo fare un esempio assai chiaro: con le organizzazioni sindacali lo scorso giugno è stato siglato in Prefettura un protocollo sulla legalità che aveva fatto ben sperare. Eppure, nel primo cantiere significativo questa estate, stiamo parlando del sottopasso di piazza Pia, si sono avute e si hanno difficoltà ad incontrare società appaltatrice, Anas ed ufficio del Giubileo per mettere in atto le decisioni previste dal protocollo affinché non resti lettera morta. Ed è paradossale che perfino l’esistenza di tale protocollo non fosse ben conosciuto da queste realtà che dovevano metterlo in pratica.
Se non è confusione questa…! Le conseguenze di questi comportamenti sono e saranno, se continuati nel tempo, forieri di ancor più gravi situazioni negative. Ad esempio, si complica la possibilità di fare assemblee fra i lavoratori ed anche sul piano del controllo dell’avanzamento delle opere potrebbero sorgere problemi sulla dinamica dei subappalti, sul rispetto del contro di lavoro, sui rigorosi adempimenti delle regole per garantire la sicurezza.
È necessario che si compia una svolta che cancelli dubbi, incertezze e atteggiamenti non in linea con un impegno tanto importante come quello che riguarda una opportunità di lavoro e di riorganizzazione di aree importanti della città. Non si può ragionare quando domina la pratica del rinvio, del “non sapevo”, del “faremo”. Non è questa la strada da seguire. Occorre recuperare il ritorno ad un confronto serio e concreto, ad una coerenza di comportamenti, a scelte che facciano dei lavori del Giubileo un modello per continuare a migliorare non solo le condizioni della città di Roma ma anche quelle di chi lavora perché ciò avvenga.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio