Fermare la strage sul lavoro.

Fermare la strage sul lavoro.

Ancora tre vittime del lavoro in poche ore. In questi momenti si vede come il movimento sindacale restisolo a difendere realmente il diritto a lavorare e vivere in modo inscindibile. La Uil e la Feneal continueranno a battersi su questa che nella realtà dei fatti è una priorità che il Governo e la politica non possono ignorare o colpevolmente sottovalutare. Il governo con la sua legge finanziaria ha dato prova di indifferenza e incapacità nel trovare una politica di contrasto seria ed efficace per ridurre almeno gli incidenti sul lavoro. Quando abbiamo mosso critiche a questo comportamento ci è stato rimproverato di agire secondo una opposizione preconcetta. Invece era una preoccupazione purtroppo del tutto fondata.

Quando abbiamo avvertito tutta la politica che la legge sugli appalti non poteva non celare rischi per la sicurezza sul lavoro ci è stato risposto che l’economia doveva…andare. E dove sia finita per troppi lavoratori anche giovani lo abbiamo dovuto amaramente constatare.

Colpisce che nel rammarico formale che si esprime in queste occasioni da parte di esponenti politici e di governo soprattutto non vi sia mai una vera critica all’operato di certi imprenditori che non dovrebbero essere considerati tali anche perché ce ne sono altri, molti altri, che invece si comportano correttamente.

Mai una forte denuncia di coloro che trattano la vita di lavoratrici e lavoratori come se fosse un dettaglio trascurabile. Non solo, non si vede in questo Paese una azione di vera ed importante deterrenza in modo tale che non sfugga alla attenzione della opinione pubblica: non la si coglie dai controlli delle Istituzioni preposte e neanche dalla lentezza della giustizia. Dove sono interventi esemplari in materia di sicurezza del lavoro, dove sono sentenze esemplari dopo gravi incidenti sul lavoro? Certo, si deve agire per prevenire, per determinare regole davvero incisive per rafforzare gli strumenti sulla sicurezza, si dove compiere un’opera di formazione continua, si deve recuperare nel Paese quello che oggi manca, la volontà di confrontarsi da posizioni diverse per trovare soluzioni utili per tutti.

Ed invece si assiste ancora ed ancora ad una cronaca tragica che non finisce mai di ricordare a tutti che le polemiche che vanno per la maggiore e che non di rado si manifestano come liti da cortile in realtà dovrebbero lasciare il posto ad un lavoro politico e sociale di ben altra qualità e concretezza.

Ad aprile di solito si celebra la giornata mondiale della sicurezza, a ridosso del primo maggio. Due momenti centrali per la promozione del valore lavoro. Bene come farà questo Governo e buona parte della politica a celebrare questi eventi. Cosa sarà in grado il governo di portare come contributo alla soluzione del problema nella giornata mondiale della sicurezza? Forse l’elenco drammatico delle vittime sul lavoro?

Durante quella giornata si usa mostrare esempi positivi di imprese che tutelano la sicurezza sul lavoro. Forse sarebbe il caso di fare come i censori dell’antica Roma che a fine mandato compilavano una lista di esempi positivi e negativi. Mas quello che più conta da noi sarebbe sapere quanto di leggi e norme sono oggi utilizzate, quante vanno modificate, quante diventano una ambigua via d’uscita per non rispettare i paletti essenziali che impediscono il ripetersi di fatti luttuosi.

C’è assoluta necessità di una svolta. Noi, come sindacato, non molliamo certo la presa su questa tremenda evenienza, ma occorre davvero che si prenda una volta per tutte coscienza che di lavoro non si deve morire ma neppure rimanere vittima di gravi incidenti che precludano il futuro al lavoratore ed alla sua famiglia.

Giovanni (Agostino) Calcagno

Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio