Se dopo cinquant’anni si torna a parlare dello Sdo di Pietralata

Se dopo cinquant’anni si torna a parlare dello Sdo di Pietralata

Anna Pallotta

Anna PallottaTra i progetti vincitori selezionati dal Piano-Città c’è anche lo Sdo di Pietralata. Dopo cinquant’anni si torna a parlare del Sistema direzionale orientale. Il Governo destinerà al progetto un finanziamento da 12,9 milioni di euro sui 33 richiesti dal Comune. Il valore complessivo dell’intervento di riqualificazione urbana, contando anche l’apporto delle imprese private che godranno di particolari defiscalizzazioni, dovrebbe ammontare a 113 milioni.
Con il Piano-Città (complessivamente 318 milioni di euro di cofinanziamento nazionale per 28 progetti in 17 regioni che dovrebbero attrarre investimenti totali per 4,4 miliardi di euro) l’Italia torna finalmente ad avere uno strumento di politica urbana che riporta al centro della scena le città, ma la scarsità di risorse (i progetti selezionati sono meno del 7% di quelli presentati, finanziati in misura assai inferiore rispetto a quanto richiesto dai Comuni) rischia di depotenziarne l’efficacia.
Sarà dunque fondamentale, d’ora in avanti, una definizione certa dei tempi di cantierizzazione per i progetti vincitori, ipotizzando anche l’introduzione di meccanismi di penalizzazione, come ad esempio l’azzeramento dei finanziamenti concessi se le opere non dovessero partire entro una certa scadenza, per non svuotare il nuovo strumento urbanistico che potrebbe invece rivelarsi assai utile per le nostre città.
Un altro aspetto primariamente rilevante per il Piano-Città è quello della vigilanza e del controllo sulla qualità degli investimenti che i piani di riqualificazione urbana saranno in grado di attrarre.

Se dopo cinquant’anni si torna a parlare dello Sdo di Pietralata

Tra i progetti vincitori selezionati dal Piano-Città c’è anche lo Sdo di Pietralata. Dopo cinquant’anni si torna a parlare del Sistema direzionale orientale. Il Governo destinerà al progetto un finanziamento da 12,9 milioni di euro sui 33 richiesti dal Comune. Il valore complessivo dell’intervento di riqualificazione urbana, contando anche l’apporto delle imprese private che godranno di particolari defiscalizzazioni, dovrebbe ammontare a 113 milioni. Con il Piano-Città (complessivamente 318 milioni di euro di cofinanziamento nazionale per 28 progetti in 17 regioni che dovrebbero attrarre investimenti totali per 4,4 miliardi di euro) l’Italia torna finalmente ad avere uno strumento di politica urbana che riporta al centro della scena le città, ma la scarsità di risorse (i progetti selezionati sono meno del 7% di quelli presentati, finanziati in misura assai inferiore rispetto a quanto richiesto dai Comuni) rischia di depotenziarne l’efficacia. Sarà dunque fondamentale, d’ora in avanti, una definizione certa dei tempi di cantierizzazione per i progetti vincitori, ipotizzando anche l’introduzione di meccanismi di penalizzazione, come ad esempio l’azzeramento dei finanziamenti concessi se le opere non dovessero partire entro una certa scadenza, per non svuotare il nuovo strumento urbanistico che potrebbe invece rivelarsi assai utile per le nostre città.

Un altro aspetto primariamente rilevante per il Piano-Città è quello della vigilanza e del controllo sulla qualità degli investimenti che i piani di riqualificazione urbana saranno in grado di attrarre. Nel caso del Centro direzionale di Pietralata, nello specifico, – progetto confluito nel piano regolatore del 1962, successivamente ridimensionato in “mini-Sdo”, ed in ultimo bloccato nei primi anni del 2000 – siamo chiaramente in presenza di una progettualità strategica per la sistemazione di un quadrante urbano critico in termini di vivibilità cittadina progressivamente ridotta ad una semplice opera di riqualificazione urbana. Per questo motivo sarà tanto più importante avviare la cantierizzazione di quanto rimane del progetto originario già nelle prossime settimane ed al contempo dare il via, prima della fine della consiliatura, al Print (Programma integrato) di Pietralata, per restituire alla cittadinanza aree altrimenti degradate e servizi.

 

“La vicenda dello Sdo deve fungere da monito per la definizione dell’agenda e delle priorità dei prossimi governatori locali” – dichiara Anna Pallotta, Segretario Generale Feneal Uil Roma – “Occorre riscattare la centralità spettante di diritto alla progettualità urbanistica, recuperandone il valore civile, economico e sociale. Bisogna tornare ad avere coraggio attraverso una progettazione di respiro capace di porre al centro il cittadino, la comunità e la socialità, piuttosto che accontentarsi di un fare minore in odore di riparazione”.