Al termine di una trattativa lunga e complessa, anche a causa della pesante crisi abbattutasi sul settore, che ha perso oltre 52mila addetti e 10mila aziende, è stata siglata l’ipotesi di rinnovo del CCNL Legno Industria, scaduto lo scorso 31 marzo. Sottoscritto con Federlegno dai sindacati di categoria Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, il nuovo accordo – da sottoporre ora al vaglio dei lavoratori e delle lavoratrici nelle assemblee – interessa circa 370mila addetti e avrà validità fino a marzo 2016.
Sul piano salariale il contratto prevede un aumento di 86 euro al parametro 100 suddiviso in tre tranches (24 euro dall’1 aprile 2013; 30 euro dall’1 aprile 2014; 32 euro dall’1 aprile 2015) e di 115 euro per il livello intermedio. In conformità all’accordo interconfederale firmato dai sindacati e Confindustria non ci sarà alcuna una tantum: i 5 mesi di arretrato saranno spalmati su ottobre e novembre 2013 e maggio 2014. Infine, l’elemento economico di garanzia, previsto per le realtà aziendali nelle quali non c’è contrattazione di II livello, passa da 8 a 13 euro.
Numerose le novità introdotte dall’accordo sul piano normativo e per quanto riguarda la malattia ed il welfare integrativo.
Per l’apprendistato professionalizzante il documento stabilisce percentuali di conferma più elevate di quelle previste per legge (30 per cento nelle imprese fino a 10 lavoratori dipendenti e 50 per cento per quelle superano i 10 dipendenti)
Al termine di una trattativa lunga e complessa, anche a causa della pesante crisi abbattutasi sul settore, che ha perso oltre 52mila addetti e 10mila aziende, è stata siglata l’ipotesi di rinnovo del CCNL Legno Industria, scaduto lo scorso 31 marzo. Sottoscritto con Federlegno dai sindacati di categoria Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, il nuovo accordo – da sottoporre ora al vaglio dei lavoratori e delle lavoratrici nelle assemblee – interessa circa 370mila addetti e avrà validità fino a marzo 2016.
Sul piano salariale il contratto prevede un aumento di 86 euro al parametro 100 suddiviso in tre tranches (24 euro dall’1 aprile 2013; 30 euro dall’1 aprile 2014; 32 euro dall’1 aprile 2015) e di 115 euro per il livello intermedio. In conformità all’accordo interconfederale firmato dai sindacati e Confindustria non ci sarà alcuna una tantum: i 5 mesi di arretrato saranno spalmati su ottobre e novembre 2013 e maggio 2014. Infine, l’elemento economico di garanzia, previsto per le realtà aziendali nelle quali non c’è contrattazione di II livello, passa da 8 a 13 euro.
Numerose le novità introdotte dall’accordo sul piano normativo e per quanto riguarda la malattia ed il welfare integrativo.
Per l’apprendistato professionalizzante il documento stabilisce percentuali di conferma più elevate di quelle previste per legge (30 per cento nelle imprese fino a 10 lavoratori dipendenti e 50 per cento per quelle superano i 10 dipendenti), mentre per i contratti a tempo determinato e di somministrazione la percentuale massima di utilizzo viene fissata al 25 per cento (calcolata su base semestrale).
Il contratto introduce inoltre la possibilità di nuovi regimi di orario di lavoro per l’intera azienda o parte di essa, che prevedano articolazioni dell’orario su base settimanale diverse da quelle contrattuali, previo confronto e accordo con le rappresentanza sindacali unitarie (Rsu) o, in loro mancanza, con le organizzazioni sindacali territoriali.
In caso di malattie gravi ai lavoratori saranno riconosciuti ulteriori 365 giorni di aspettativa non retribuita (oltre a quelli già previsti), mentre per la sanità integrativa viene istituito il fondo Altea, il cui costo, pari a 10 euro mensili, sarà a carico esclusivo dell’impresa. Per le sole aziende cresce anche la percentuale di contribuzione al fondo di previdenza integrativa Arco.
Infine, sul fronte della responsabilità sociale d’impresa, il settore si doterà, grazie ad uno specifico protocollo siglato tra le prati, di una carta dei valori.
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