Piazza San Giovanni: con il sindacato, no a nuova recessione .

 Piazza San Giovanni: con il sindacato, no a nuova recessione .

 

Il valore della grande manifestazione di Piazza San Giovanni a Roma non sta solo nella moltitudine di lavoratori, giovani ed anziani che hanno risposto all’appello di Cgil, CISL e Uil, ma anche nel chiaro ed incisivo messaggio inviato al Governo e che indica le priorita’ per non ricadere nella recessione.

Il sindacato non fa il mestiere di opposizione politica, ma nel tutelare i diritti del lavoro esprime nei momenti difficili la necessita’ concreta ed urgente di rifarsi agli interessi generali del Paese, fra i quali e’ centrale  il lavoro.

In questo senso va detto che al momento le proposte sindacali costituiscono quella bussola che il Governo e la politica sembrano non possedere.

Lo sforzo di mobilitazione compiuto e’ stato enorme, il risultato molto positivo. Ed e’ giusto che i leader di Cgil, CISL Uil abbiano messo in guardia il Governo Conte dal sottovalutare la volonta’ di confronto del movimento sindacale. Non scontro, ma confronto nell’interesse di una economia sempre piu’ debole e stagnante,  quando invece andrebbe sostenuta con energia una politica economica di vera crescita. Cgil, CISL e Uil hanno dimostrato con le loro proposte unitarie che ci sono alternative convincenti all’immobilismo e che se si modificano le contraddizioni esistenti nelle misure del reddito di cittadinanza e quota 100 tutto il mondo del lavoro puo’ giovarsene. Sostenere i redditi che non superano la linea della poverta’ è sacrosanto ma senza confusioni con le politiche del lavoro utili a uscire dalla precarieta’ ed impedire l’esodo dei giovani dalle regioni meridionali (e non solo). Rompere la rigidita’ della legge Fornero e’ un atto atteso e condivisibile, purche’ non provochi figli e figliastri: perche’ i lavoratori edili, le lavoratrici, i dipendenti agricoli e che vivono al sud non possono, se non in minima parte, usufruire di tale opportunita’?

Ma soprattutto e’ fondamentale che da piazza San Giovanni si sia levata forte la richiesta di investimenti, di un via libera alle opere cantierabili, di progetti che possono ridare al nostro settore quel ruolo di motore dello sviluppo che deve ancora avere. Basta con i licenziamenti e le chiusure di imprese nelle costruzioni, basta con i morti sul lavoro e la confusione contrattuale che genera altro sfruttamento.

Piazza San Giovanni non si e’ persa in una sterile protesta, non ha indugiato in recriminazioni, ma unitariamente ha rivendicato per il movimento sindacale un ruolo di tutela delle ragioni di speranza e di riscatto sociale che sono radicate nella realta’ Sociale del Paese. Un richiamo a tenere i piedi per terra, a non aspettare, a decidere per il bene del Paese. Chi la pensa in questo modo sa che il sindacato c’e’ ed e’ pronto a fare sua parte. Guardare piazza San Giovanni tornata ad essere la casa comune dei lavoratori e’ stata un’emozione e noi della Feneal di Roma siamo grati a tutti i nostri lavoratori che hanno contribuito a realizzata questo successo con la loro passione ed abnegazione. Servira’ ancora, perche’, come hanno sostenuto i nostri Segretari generali, noi non arretreremo.

 

Giovanni (Agostino) Calcagno

Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio