Come affrontare il 2020? Con realismo, impegno ed unità. Lasciamo ai perditempo la retorica, registriamo senza complessi che stiamo entrando in un nuovo anno nel quale i problemi non mancano e la situazione di Roma resta difficile.
Certo qualche timido segnale di apertura dei cantieri c’è e cresce la nostra attesa per capire se la ripresa degli investimenti pubblici resterà sulla carta o darà finalmente segni di vita.
Inutile dire che da parte della FenealUil iniziative ed impegno continueranno anche perché le “distrazioni” della politica hanno già creato danni pesanti all’economia reale ed alle condizioni dei lavoratori. Soprattutto c’è la forte esigenza di una decisa svolta intesa a creare nel nostro settore, a Roma e nella economia nazionale quel lavoro stabile e buono che tanto manca soprattutto per i giovani.
Per Roma c’è moltissimo da fare nel nostro settore, ma non esiste una strategia in positivo all’interno della quale le parti sociali possano contribuire a indicare una rotta che arresti un declino che si protrae da troppo tempo.
Per questo motivo non possiamo mollare la presa e non lo faremo.
L’anno però si apre con due segnali che non sono certo confortanti. Il primo è costituito dalla notizia di un altro morto sul lavoro, e siamo già a 13 infortuni mortali in questo inizio 2020. Il nodo della sicurezza deve restare fra le nostre priorità di lotta, ma serve un cambiamento profondo nella agenda politica che non può esprimere solo tardivi cordogli, soprattutto dopo un 2019 dal bilancio sconfortante su questo problema drammatico.
Il secondo segnale non positivo è il ritorno di fiamma per i problemi previdenziali. Quota 100 traballa, ma c’era da aspettarselo, ed ancora una volta la questione delle pensioni diventa un problema, almeno dalle prime avvisaglie, di cassa per il Governo.
Bene hanno fatto le confederazioni a respingere le ipotesi lanciate come si fa di solito per verificare le…reazioni, che innalzano la quota a 102, senza distinzioni.
E siamo certi che Cgil, Cisl e Uil sapranno proporre soluzioni diverse, tenendo conto che buona parte delle pensioni sono a livello di sopravvivenza. L’ipotesi per quelle nuove di portare il calcolo ad essere esclusivamente contributivo non può che allargare l’area della povertà relativa. E va tenuto conto che sul piano delle tutele sociali assistiamo ogni anno ad un crescente numero di anziani che non riescono neppure a curarsi come dovrebbero per i costi della sanità.
Come FenealUil di Roma vogliamo ricordare che non tutti i lavori sono eguali e che in questo Paese, malgrado gli sforzi sindacali si perpetua una vera e propria ingiustizia sociale a danno dei lavoratori delle costruzioni che non rientrano nei lavori usuranti.
Questa è una vergogna che va sanata. Non vogliamo fare paragoni con altre attività ma è certo che il lavoro edile va maggiormente rispettato anche sul terreno previdenziale. I Governi non possono al tempo stesso permettere che nei cantieri ci siano contratti diversi, che la leale concorrenza sia falsata dal lavoro irregolare, che il peso del lavoro compiuto per giunta non sia riconosciuto come usurante. Questo è davvero troppo.
Da queste considerazioni si comprende come ci attenda un anno impegnativo ma nel quale il movimento sindacale può esprimere un suo ruolo protagonista. Ed è quello che vogliamo essere anche a Roma nel nostro settore. Con il sostegno dei lavoratori questo obiettivo diviene raggiungibile.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio