Lo Statuto e gli edili

Lo Statuto e gli edili

Lo Statuto e gli edili

 

Da qui a maggio tornerà di attualità il tema dello statuto dei diritti dei lavoratori che divenne legge dello Stato proprio il 20 maggio del 1970. Fu realizzato e approvato dal Parlamento durante l’autunno caldo sostenuto dalle lotte dei lavoratori, anche quelli edili impegnati nel rinnovo del contratto con grande combattività, nonché da due grandi Ministri del lavoro (dalla parte dei lavoratori) come Giacomo Brodolini, socialista, e Carlo Donat Cattin, democristiano.

Entrambi, va ricordato, mossero i primi passi proprio nel sindacato, nella Cgil e nella Cisl. Assisteremo in queste settimane a celebrazioni come pure a tentativi di rimozione giustificati dal fatto che il lavoro da allora è profondamente cambiato, sta cambiando e cambierà ancora. Per il nostro lavoro di sindacalisti a Roma e nel Lazio però è molto più costruttivo capire se ci sono ancora elementi utili per l’impegno volto a tutelare i nostri lavoratori.

E sarebbe auspicabile che anche il mondo della cultura più vicino al diritto del lavoro riproponesse quei valori dello Statuto che sono a presidio di diritti fondamentali. Inutile dire che per noi lo Statuto è una pietra miliare per il riconoscimento della dignità del lavoro e del ruolo sindacale. Certo tutto cambia e di conseguenza occorre anche che si provveda ad attualizzare quel che va armonizzato con l’attuale realtà del lavoro, ma non pochi principi affermati allora restano validissimi.

Ma mi limito solo a citare due esempi molto concreti. Il primo riguarda gli appalti. Ebbene sì, lo Statuto si occupa nella parte finale degli articoli di cui è composto anche di appalti. Ed è istruttivo rileggere quell’articolo perché prevede per quegli imprenditori che beneficiano di incentivi per realizzare opere pubbliche “l’obbligo di applicare nei confronti dei lavoratori dipendenti condizioni non inferiori a quelle risultanti dai contratti collettivi di lavoro della categoria e della zona”.

Le misure da applicare in caso di infrazione erano infine alquanto severe. Il punto è un altro: se questa norma non fosse disattesa gran parte della giungla di contratti d’ogni tipo con relative diseguaglianze che si riscontra attualmente qua e la nelle attività di settore dovrebbe essere necessariamente disboscata. Dando ragione ancora una volta alla attaglia che le organizzazioni sindacali degli edili hanno intrapreso per riaffermare la valenza generale del contratto nazionale di categoria. Il secondo esempio riguarda la sicurezza sul lavoro: abbiamo alle spalle un anno terribile per infortuni e morti sul lavoro. Sembra che sia passato invano.

Nel Governo e nella politica i nodi su cui scontrarsi sono, come è noto, di tutt’altro tenore. Ed è una dimostrazione di cinismo che lascia davvero l’amaro in bocca, in quanto sappiamo bene che i rischi non si sono dileguati come se si fosse trattato di un temporale d’estate, ma sussistono tuttora.

E se l’economia oggi ferma riprendesse i pericoli per la incolumità dei lavoratori potrebbero tornare purtroppo di attualità. Lo Statuto sottolinea un principio eloquente: i lavoratori, mediante le loro rappresentanze, hanno diritto di controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca e l’attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità fisica.

Un diritto sancito con estrema chiarezza ma troppo spesso dimenticato da chi ha il dovere di far rispettare le leggi soprattutto quando sono portatrici di valori di civiltà e di rispetto della dignità del lavoro. Due esempi ma che testimoniano a sufficienza che ci sono norme e ragioni in grado anche oggi di costruire una società del lavoro che sia capace di valorizzare il lavoro e non di lasciarlo in balia dei peggiori eventi.

Per noi della FenealUil è un incentivo a proseguire nel nostro sforzo di migliorare le tutele dei lavoratori a partire dal rilancio di una economia romana che ha bisogno ormai di una svolta profonda e radicale a cominciare dal nostro settore.

 

Giovanni (Agostino) Calcagno

Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio