E’ perfino banale osservare che questo Primo Maggio sarà del tutto anomalo rispetto alla tradizionale festa del lavoro. Ma non per questo è meno importante condividerne anche in questa situazione di grande difficoltà i valori ed ancor più la concretezza di questo appuntamento annuale nel quale protagonista è stata ed è la classe lavoratrice con le sue lotte, le sue aspirazioni, la sua volontà di cambiare. La pandemia impedisce manifestazioni e feste. Ma non può e non deve sminuire alcuni valori che saranno ancora fondamentali per la nostra esperienza sindacale: quello della unità di intenti, quello della difesa della dignità del lavoro, quello della solidarietà e per quel che ci riguarda da vicino quella della sicurezza sul lavoro in ogni senso.
Perché il Primo Maggio è una festa “concreta”? Perché in esso si è sempre fatto il consuntivo di quello che si è ottenuto per migliorare la condizione dei lavoratori e si è poi indicato il percorso che si deve ancora fare. Non è la festa dei personalismi, delle polemiche strumentali, delle divisioni artificiose. E’ il momento nel quale i sacrifici, le battaglie, le conquiste fatte diventano la spinta ideale e pratica per andare avanti. Per proporre, per fare, per migliorare, per opporsi alle ingiustizie ed allo sfruttamento. E c’è molto da fare in questo drammatico momento: a partire dal ritorno al lavoro. Il movimento sindacale e la nostra categoria si sono battuti in modo risoluto e positivo per mettere al primo posto la salute di lavoratrici e lavoratori. Al primo posto, senza indulgenze od esitazioni. E’ stata la condizione prima posta dalla Feneal e dagli altri sindacati per valutare la riapertura di aziende e cantieri. Abbiamo ottenuto dal Governo di essere interlocutori reali e per una volta la pessima abitudine di considerarsi autoreferenziale da parte dell’Esecutivo ha ceduto alla consapevolezza che senza l’apporto sindacale il ritorno al lavoro poteva diventare una avventura molto rischiosa. Non a caso nella vigilanza che eserciteranno i comitati preposti alla sanità e sicurezza nei luoghi di lavoro saranno coinvolti dal 4 maggio in poi sia i nostri organismi paritetici, sia i nostri rappresentanti per la sicurezza e la salute attraverso la costituzione dei comitati territoriali previsti dal protocollo del 24 aprile scorso. Un’ importante affermazione sindacale a tutela del lavoro. Ci aspetta una prova di responsabilità che va assolta con rigore. Ed è quello che faremo. Ma questo ritorno al lavoro non ci esime da pensare al dopo. Quando sarà chiara la pesante dimensione della vecchia e nuova disoccupazione, ma ancor più chiara sarà l’esigenza di ripartire dai cantieri per rimettere in moto gran parte della nostra economia. Il Primo Maggio di quest’anno propone questo monito: dovremo essere ancora più determinati e propositivi per far fronte ai grandi danni lasciati dalla epidemia ma anche per cambiare strada rispetto ad un passato che non ha riconosciuto nel nostro settore, sbagliando gravemente, il primo volano di crescita e ripresa della nostra economia. Per il quale ci vorranno investimenti reali e non parole, strategie rapide ed efficaci, scelte chiare. Intanto buon Primo Maggio a tutti.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio