La voce del sindacato in queste settimane si è alzata forte ed unitaria sulle questioni cruciali delle morti sul lavoro e del riavvio delle opere. Abbiamo in questo modo impedito che venissero bypassate le ragioni sindacali con il Governo che ha imboccato una strada di migliore prudenza ma non ancora di massima chiarezza.
La nostra è una battaglia che non può dirsi conclusa. Il rischio che fino ad ora abbiamo contenuto è stato enorme: tornare indietro di decenni nella affermazione della tutela della salute e della osservanza dei diritti contrattuali dei lavoratori. Ma è un percorso che ancora non possiamo considerare concluso.
È rientrata, è vero, dietro la nostra pressione e mobilitazione soprattutto, la tentazione dell’appalto …libero, poco considerata dalla politica, ma restano incertezze sul futuro che vanno fugate. Come è noto le restrizioni sul ricorso al subappalto che resta comunque ampio dovrebbero valere fino alla fine dell’anno. E il dopo? A quale situazione si tornerà’? Quali i vincoli, quali i controlli, quali le tutele? Per il momento siamo nel campo delle congetture e non va affatto bene. Anche perché’ la speranza che ci anima tutti è che la ripresa si irrobustisca e si allarghi nei prossimi mesi e quindi sarà ancor più’ necessario contare su regole chiare e garanzie certe per il lavoro.
Non dimentichiamo che andrà contrastata con rigore la tendenza, che di solito si manifesta in tempi di crescita economica e produttiva, di quei fenomeni come il lavoro “grigio”, irregolare e ovviamente “nero”, le cui insidie sono purtroppo arcinote sul piano dei pericoli che i lavoratori devono affrontare, ma che anche minano la stessa tenuta della contrattazione. Per tale motivo, legalità’, sicurezza, applicazione dei contratti sono per noi i tre pilastri irrinunciabili su cui proseguire nella nostra iniziativa. Insomma, esistono ancora legittime preoccupazioni sul futuro. Non può non essere considerato il fatto che senza la reazione sindacale alle decisioni che si stavano assumendo sul piano legislativo si sarebbe finiti in un pantano liberista senza le regole ed i controlli che devono presiedere ad una ordinata e civile ripresa economica. Ma serve anche uno sforzo nella definizione delle norme. Giusto semplificare ma nella chiarezza. Un caso emblematico è costituito dalla velocizzazione delle pratiche per ottenere il super bonus e avviare i lavori. Anche in questo caso non appare ben definito l’iter burocratico, con l’eventualità’ che a lavori avviati ed ultimati possa emergere una qualche contestazione su possibili irregolarità’ che al dunque impedisca poi di avere l’incentivo. Ed invece questo volano sarebbe prezioso in particolare per offrire opportunità’ di lavoro a tante piccole imprese che vanno sostenute. Ripartire è fondamentale, con meno burocrazie e senza ritardi attuativi. Ma non si deve mai ignorare che al centro della ripartenza produttiva deve esserci però il lavoratore. Si deve ricominciare da questa scelta, che oggi non è ancora acquisita. Ecco perché’ dobbiamo mantenere alta la guardia.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio