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Mercoledi 15 dicembre, presso la Casa del Cinema (Sala Kodak) in Largo Marcello Mastroianni 1 Roma, è stato presentato il nuovo Calendario Feneal 2011. Se quello del 2010 ci aveva fatto ridere a denti stretti con la satira sulla crisi economica, il Calendario 2011 non può che essere dedicato agli effetti di questa crisi.
“Un anno vissuto pericolosamente” è il titolo del nuovo Calendario Feneal 2011 ideato e realizzato dall’autore di satira politica Massimo Caviglia, che ha affidato ad alcune delle più importanti fra le nuove firme della satira il compito di farci sorridere ma anche riflettere con vignette caustiche su i 12 mesi che ci aspettano. Da Makkox a Leoni, da Biani a Bertolotti & De Pirro, passando per Ciaci, Fricca e Darix, ogni autore ha interpretato a modo suo la difficile condizione dei lavoratori, disegnando un quadro ironico delle conseguenze della crisi.
Il calo dell’occupazione, l’assenza di lavoro, gli infortuni, le morti bianche, il rischio di infiltrazioni mafiose, il lavoro nero, l’insofferenza verso il sindacato, gli accordi separati e – sopra a tutti – un’unita’ d’Italia mantenuta a fatica, sono i temi rappresentati da vignette che mostrano come le premesse per il 2011 non siano tra le più rosee. L’operaio della copertina – in bilico sulla gru mentre in basso volano i sacchi dell’immondizia, le molotov, gli indumenti intimi, i manganelli e le bandiere bruciate – guarda alle problematiche della società con un forte desiderio di cambiamento, cercando di emergere dal pantano creato dalla politica.
Giunto alla sesta edizione, il Calendario Feneal è l’unico ad occuparsi interamente di diritti e problemi del mondo del lavoro con l’ironia della satira. “Il calendario mostra la sintesi di un anno vissuto pericolosamente su vari temi” ha dichiarato il Segretario Generale della Feneal, Francesco Sannino. “Ancora non ci sono segnali positivi, ma speriamo di non rimanere sospesi ad un filo anche nel 2011. Solo unendo le forze delle associazioni sindacali e di quelle imprenditoriali sarà possibile correre ai ripari e uscire dalla difficile situazione che il settore sta affrontando. Ma se continueremo a rimanere inascoltati, seguiteremo ad essere sospesi in un vuoto lavorativo che è diretta conseguenza di quello politico”. |