Per i sindacati dell’edilizia di Cgil Cisl Uil la bocciatura dell’emendamento che avrebbe consentito di affidare alle società controllate dalle concessionarie autostradali il 40% dei lavori di manutenzioni e progettazione “è un colpo durissimo, per i lavoratori - 3mila operai e tecnici specializzati che ora rischiano di essere licenziati - ma anche per il lungo lavoro svolto al tavolo interministeriale aperto da Mit e Mise con i sindacati, che aveva individuato una soluzione in grado di salvare migliaia di posti lavoro.
Per i sindacati dell’edilizia di Cgil Cisl Uil la bocciatura dell’emendamento che avrebbe consentito di affidare alle società controllate dalle concessionarie autostradali il 40% dei lavori di manutenzioni e progettazione “è un colpo durissimo, per i lavoratori – 3mila operai e tecnici specializzati che ora rischiano di essere licenziati – ma anche per il lungo lavoro svolto al tavolo interministeriale aperto da Mit e Mise con i sindacati, che aveva individuato una soluzione in grado di salvare migliaia di posti lavoro.
Per i sindacati dell’edilizia di Cgil Cisl Uil la bocciatura dell’emendamento che avrebbe consentito di affidare alle società controllate dalle concessionarie autostradali il 40% dei lavori di manutenzioni e progettazione “è un colpo durissimo, per i lavoratori – 3mila operai e tecnici specializzati che ora rischiano di essere licenziati – ma anche per il lungo lavoro svolto al tavolo interministeriale aperto da Mit e Mise con i sindacati, che aveva individuato una soluzione in grado di salvare migliaia di posti lavoro. L’incoerenza della politica oggi ha tirato la volata alle lobbies, incurante del parere di due ministeri e dei contraccolpi sociali.”
E’ quanto affermano in una nota unitaria le segreterie nazionale di Feneal Filca FIllea, che annunciano “nelle prossime ore proclameremo lo sciopero nazionale per ribadire le ragioni della vertenza e chiedere al Governo di rivedere la propria posizione sull’emendamento e l’immediata convocazione del tavolo permanente presso il Mise.”
I sindacati ricordano poi che “nell’ultimo incontro del 6 novembre, i due Ministeri (Mit e Mise) avevano confermato il sostegno all’ emendamento Borioli – Esposito” che prevedeva la riduzione della percentuale dei lavori messi a gara, passando dall’80% al 60%, soluzione che “avrebbe rappresentato il giusto compromesso fra la tutela occupazionale, la salvaguardia di un pezzo strutturato di impresa italiana e l’orientamento diffuso in Europa. Su questa soluzione, al tavolo avevamo chiesto ed ottenuto dalle aziende il blocco di tutte le procedure di licenziamento, in corso già da tempo.”
“Non comprendiamo, a questo punto, perché il Governo abbia cambiato orientamento e stigmatizziamo il comportamento di quella parte della maggioranza, di tutta l’opposizione e dell’Ance , incuranti delle pesantissime ripercussioni occupazionali. Da parte nostra – proseguono i sindacati – possiamo solo registrare con disappunto che a vincere sono state le pressioni dei costruttori e non le ragioni della qualità del lavoro, del mantenimento di migliaia di posti di lavoro e della sicurezza” e che il peso della “concorrenza e dell’apertura dei mercati sarà scaricato sui lavoratori, facendo sparire uno dei pochi comparti strutturati ed altamente professionalizzati del settore.”
In queste ore “i lavoratori di molti cantieri si stanno già rivolgendo alle Prefetture per chiedere di sollecitare il Governo a dare risposte utili alla risoluzione della vertenza” aggiungono i sindacati, ricordando che l’inaspettata bocciatura dell’emendamento “sta generando forti tensioni sociali sui territori e nei siti produttivi. Per questo chiediamo a tutti gli interlocutori politici ed istituzionali di intervenire per evitare l’ennesima macelleria sociale, e l’ennesima disattenzione verso il settore edile, che pure rappresenta una fetta importante del Pil nazionale.” conclude la nota unitaria.
Roma, 14 Novembre 2017