È sempre più evidente che la spirale di tensioni internazionali e sulla pandemia stanno facendo emergere risvolti nefasti che vanno condannati con estrema decisione. Ne fa fede l’attacco proditorio, vile e inammissibile contro Pierpaolo Bombardieri, Segretario Generale della Uil. Non si tratta solo di insulti ma di una aggressione ad un dirigente sindacale che in questa difficile situazione ha sempre usato il linguaggio della chiarezza ed ha sempre difeso ragioni più che valide del mondo del lavoro. E non siamo lontani dal vero nel pensare che quando si sferrano minacciosi insulti ad un protagonista della vita sindacale, in realtà si tende anche a colpire un complessivo ruolo sindacale. La Uil, la Feneal, La Feneal di Roma e del Lazio hanno dimostrato non solo di respingere con unità ed estrema convinzione queste manifestazioni di odio, ma di non aver alcun timore di questi attacchi ed ovviamente di voler procedere sulla strada indicata in questo periodo dal nostro Segretario al quale ribadiamo la più fraterna solidarietà.
Intorbidare le acque in fasi tormentate della vita economica e sociale è un metodo già usato per creare ancora più difficoltà. Un altro motivo per respingere questi comportamenti che si celano peraltro, non a caso, dietro l’anonimato.
In realtà c’è bisogno di ben altro. La guerra in Ucraina, le conseguenze delle sanzioni, delle emergenze dei prezzi energetici e delle materie prime, gli sbandamenti valutari stanno determinando, assieme al rialzo della inflazione, uno scenario nel quale è ipotizzabile una battuta d’arresto dell’economia reale e con essa nuovi problemi per il lavoro.
Si sta infatti materializzando la trasformazione di una competizione per l’egemonia dell’economia mondiale in un possibile conflitto prolungato nel tempo e dagli esiti inimmaginabili. C’è il tempo per fermare questa deriva. Sta alle diplomazie, al confronto, ai negoziati recuperare le priorità che oggi sembrano smarrite: ritrovare equilibrio nelle relazioni internazionali, restituire centralità ai valori di libertà ed alla dignità della persona umana che l’aggressione in Ucraina hanno offuscato. Ma inoltre è necessario ritrovare spazi per impedire una gelata della economia in Europa che provocherebbe costi salati per l’occupazione e per i redditi degli strati sociali più deboli.
Cosa bolle in pentola lo si vede anche dalla evoluzione della nostra economia romana. Nel 2021, anno con importanti accenni di ripresa, il nostro settore a fronte della perdita di circa 2000 imprese del manifatturiero ha chiuso l’anno in attivo per diverse unità. Ma ora le preoccupazioni delle imprese dell’edilizia segnalano un cambiamento di prospettiva in negativo che va affrontato tempestivamente. I costi energetici e quelli di altre fondamentali materie prime sono talmente lievitati da far temere un futuro di chiusure e di riduzione dell’occupazione se non si sapranno mettere in campo strategie efficaci e frutto di un monitoraggio e di un confronto fra Istituzioni locali e forze sociali.
Ma in particolare ci vogliono maggiori certezze sul contesto economico che abbiamo di fronte. Senza di esse il pericolo di ridimensionamenti del settore si farà più acuto. Ed allora è importante sapere quale è la proposta di politica delle opere pubbliche del Comune, che non può essere confinata nelle solite segrete stanze del Campidoglio ma dovrebbe invece essere discussa e valutata assieme ad imprese e sindacati, anche al fine di garantire chiarezza nelle attività e consenso sociale. Ad esempio, sarebbe un passo indietro inaccettabile il favorire la continuazione di opere senza tener conto dei paletti posti dal nuovo contratto nazionale di lavoro che è molto chiaro nello scoraggiare abusi, giungla contrattuale, aggiramenti delle normative in materia di sicurezza. Ma altresì rilevante sapere se il Pnrr con fondi europei rimarrà inalterato o se cambiando, come è possibile, riserverà amare sorprese alla economia romana. Ed ancora cosa si sta facendo per avere quei fondi e per evitare che vengano successivamente tolti perché non si è stati in grado di presentare progetti credibili e nei tempi fissati per l’attuazione degli stessi dall’Europa.
Sono interrogativi che devono diventare terreni di impegno per i sindacati ed i lavoratori. Dalla loro trasformazione in risposte credibili dipende la sorte dell’economia romana e soprattutto del lavoro e della sua dignità. Ecco perché andiamo incontro ad un periodo che dovrà essere di forte iniziativa sindacale.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio