Ancora incidenti sul lavoro, ancora vittime. Questa lunga scia di sangue non si ferma e non pare che produca nemmeno una reazione concreta da parte della politica. Pare che prevalga una logica fatalistica che fa il paio con il prevalere di un confronto politico che evita i veri problemi, il contatto con la realta’ ed assiste quasi insensibile all’acuirsi di situazioni drammatiche. La Feneal e la Uil avevano visto purtroppo giusto quando aveva lanciato con grande forza e convinzione la sua campagna sulla sicurezza del lavoro, lo aveva fatto in solitudine ma oggi va detto che chi continua a sottovalutarla si macchia davvero di una grave colpa.
Il problema salute e sicurezza sul lavoro si impone ancora una volta come una delle chiavi fondamentali per ricostruire una società’ nella quale il lavoro sia un effettivo valore e la crescita economica non sacrifichi i sacrosanti diritti dei lavoratori. . Anche sul terreno della lotta alla pandemia assistiamo a giravolte politiche inaccettabili, mentre si tenta di addossare costi ai lavoratori, anche con ipotesi irricevibili sui nuovi ammortizzatori sociali, ignorando che il prezzo della crisi e’ stato salatissimo, ad esempio per il nostro settore, e che dovrebbero essere evitate nuove diseguaglianze e nuovi oneri sul lavoro. Il sindacato su questi temi e’ unito e la Uil in particolare e’ stata chiara e ferma.
Certo ci sono anche aspetti positivi come i dati sulla ripresa economica che avviene pero’ a pelle di leopardo sul territorio e risente di incertezze e lentezze. Si pensi al bonus del 110% che ora comincia a dare frutti ma risente di un passato recente fatto apposta per scoraggiare il ricorso ad esso. Pesa, va detto, anche il fatto che ancora non si delineano politiche attive del lavoro e nuova formazione all’altezza delle trasformazioni tecnologiche e della transizione ambientale. Un tasto su cui nei prossimi mesi dovremo insistere molto.
Non sara’ facile anche perché’ l’attenzione sta scivolando ad esempio nella nostra città’ sulla prossima competizione elettorale. Questo vuol dire che dovremo pagare l’ennesimo tributo all’immobilismo? C’è’ un modo almeno per evitare una paralisi completa del…fare. E’ quello che tiene in considerazione le istanze de settore edile che resta centrale per rilanciare l’economia di Roma.
Il sindacato ha sostenuto a piu’ riprese la necessità’ di un confronto costante fra Comune e forze sociali. La risposta fino ad ora e’ stata molto deludente. Il futuro deve offrire una svolta profonda su questo versante. Incalzeremo le forze politiche ed i candidati con la forza della nostra autonomia e della nostra proposta. Lo abbiamo cominciato a fare incontrando il candidato del Partito democratico Gualtieri al quale abbiamo prospettato con chiarezza le nostre attese e proposte. Continueremo a muoverci in questo modo. In particolare siamo convinti che molto si dovrà’ fare sul terreno della formazione; sicurezza, innovazione, diritti sono i tre assi portanti sui quali ricostruirla. Sara’ anche questo un banco di prova per chi assumerà’ l’ impegno di guidare Roma nei prossimi anni.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio