Fino ad ora la situazione della epidemia a Roma e nella Regione richiede ancora la massima prudenza ma non è fuori controllo. Un contributo importante ritengo lo si debba al comportamento di imprese, sindacati e lavoratori. E sarà bene che Istituzioni e politica se lo ricordino quando si tratterà di ripartire. In questo modo nel nostro settore si sono conservate attività che altrimenti sarebbero state compromesse per sempre. Cosa appare “stonato” in questa situazione? Il richiamo incessante ai miliardi che pioveranno sulla nostra economia , compresa quella nostra regionale, dalla legge di bilancio e più ancora dal Recovery fund. In una fase tanto difficile sarebbe invece opportuno tenere i piedi per terra e fare della concretezza la bussola che ci deve guidare verso una nuova stagione di crescita. Ovvero serve un vero dialogo sociale in primo luogo che a Roma e anche alla Regione troppo spesso si risolve in una fumosità di promesse delle Istituzioni locali senza poi dar seguito ad una strategia di interventi che pure si potrebbero fare. Prendiamo ad esempio il settore della scuola: gli Istituti sono in gran parte chiusi ed allora perchè non si è immaginato un sollecito piano di interventi volti a ristrutturare il possibile? Gli esempi potrebbero essere innumerevoli ma quel che è mancata purtroppo è la capacità di rapportarsi ai problemi esistenti, di discuterne con le parti sociali e di agire. Cominciamo per tanto a ribadire che nel 2021 non si potrà più far girare la testa con cifre iperboliche e sempre sulla carta, in quanto occorrerà affrontare il nodo del lavoro sul piano di progetti condivisi, realizzabili, con date certe e con risorse altrettanto certe.
Un tema in particolare richiede scelte chiare: il bonus del 110% tanto reclamizzato pare in gran parte ancora inchiodato alla linea di partenza. Riteniamo fondamentale che venga mantenuto l’impegno a prorogarlo in quanto esso potrebbe essere davvero un volano importante di ripresa delle attività nel settore. Proroga, certo, ma anche semplicità di procedure nel ricorrere ad esso. Anche perché altrimenti si rischia di consegnare il bonus nelle mani di grandi gruppi, più attrezzati, mentre sarà più difficile l’utilizzo per molte piccole imprese. Inoltre sappiamo bene che nel caso di gran di gruppi imprenditoriali è probabile che si trovi di fronte ad un largo uso dei subappalti. Con la conseguenza prevedibile di dover fronteggiare problemi seri sulla sicurezza del lavoro, sul rispetto dei contratti del settore, sul terreno sempre insidioso del lavoro irregolare. Un pericolo, questo, che va evitato in modo assoluto per non creare condizioni di concorrenza sleale in un periodo quanto mai complicato per il lavoro e rischi inaccettabili per i lavoratori. Insomma non si può andare avanti all’infinito a colpi di annunci. Il tempo che abbiamo a disposizione andrebbe sfruttato per recuperare quella capacità progettuale concreta che manca oggi a questo Paese e, va detto con chiarezza, appare a volte debole anche a Roma e nel Lazio. E perché questo avvenga va conservata la nostra pressione, quella cioè del nostro sindacato, nei confronti di coloro che devono decidere. Siamo sempre pronti al dialogo ed a fare la nostra parte. Ma non possiamo accettare che il tutto si risolva nello sciorinare cifre che all’atto pratico non determinano ancora risultati tangibili. Ed il lavoro, va ricordato sempre, è e sarà la scommessa decisiva per questo Paese e per la nostra Regione.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio