Anche quest’anno nell’augurare a tutti i militanti e dirigenti della Feneal Uil di Roma e del Lazio festività di Fine anno serene con l’auspicio di un 2025 pari alle attese di tutti, esprimo un ringraziamento sincero a tutti coloro che hanno operato nella nostra organizzazione con passione e spirito di dedizione. Se al di fuori del sindacato il nostro impegno talvolta viene misconosciuto, esso si ripresenta con tenace e nuova determinazione più forte dei tentativi di delegittimarlo ed impedisce che si aggravino le condizioni del mondo del lavoro ed al tempo stesso mantiene forti le proposte che danno una prospettiva di cambiamento al Paese.
Il prossimo anno non sarà facile anche perché la manovra economica non appare in grado di affrontare come va fatto il complesso dei problemi che sono davanti al nostro cammino e soprattutto è assente in quello spirito riformatore che serve per cambiare le cose realmente con meno diseguaglianze, più equità, più stabilità reale della nostra struttura produttiva.
Anche nella nostra città e nella nostra regione dovremo fare i conti con una programmazione che non è andata oltre la preparazione del Giubileo lasciando quindi inesplorati i tracciati da costruire per mantenere stabile il lavoro e pere offrire alle giovani opportunità che vadano oltre la precarietà e l’assistenzialismo.
C’è molto lavoro da fare e lo faremo con la stessa convinzione di sempre. Del resto il Giubileo ci offre una occasione importante per rivalutare la dignità del lavoro. Molto spesso Papa Francesco ha avuto parole dure contro lo sfruttamento ed anche contro la mancanza di sicurezza sul lavoro. Voglio solo ricordare quello che disse ai giovani in Assisi tempo fa: “il lavoro è la sfida del nostro tempo e sarà ancora di più la sfida di domani. Senza lavoro degno e ben remunerato i giovani non diventeranno veramente adulti e le diseguaglianze aumentano”. Laicamente riteniamo che questo monito è molto vicino alla nostra cultura riformista ed alle lotte che abbiamo promosso e promuoveremo sia per troncare lo stillicidio di vittime sul lavoro, sia per affermare nuove condizioni salariali che oggi ci vedono fanalino di coda in Europa, sia per garantire progresso industriale e non desertificazione.
Il nostro riformismo non è mai pessimista, tutt’altro. Sa che le sfide sono difficili da affrontare ma non le teme. E non solo perché siamo convinti delle nostre idee e della nostra forza organizzativa e propositiva, ma anche perché avvertiamo una fraternità di intenti con i nostri iscritti e con i lavoratori che ci seguono. Siamo pronti ad andare avanti. Buon Natale e buon anno a tutti.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio