Il periodo di Pasqua per un movimento sindacale non può che rafforzare la scelta di pace e quella della dignità umana che sono contradette nel mondo in modo angosciante e per giunta foriero di maggiori pericoli. C’è purtuttavia una vasta propensione a sostituire scelte di guerra con scelte di negoziato e di azioni umanitarie. L’auspicio è che esse riescano a prevalere, sostituendo il ricorso alla guerra con il rispetto della vita e della libertà di ognuno.
Per noi della Feneal Uil si apre un periodo di forte mobilitazione. Aprile diventa un mese nel quale ci dobbiamo impegnare con tutte le nostre forze per riportare l’attenzione sui problemi reali del Paese.
L’11 aprile prossimo Feneal e Fillea hanno proclamato uno sciopero di otto ore nei settori di nostra competenza con un presidio davanti alla Regione Lazio. Gli obiettivi sono chiari e precisi e si raccordano all’impegno delle confederazioni che dopo aver tentato invano di ottenere risposte concrete dal Governo, hanno giustamente deciso di far sentire la voce dei lavoratori e del sindacato.
Naturalmente non molliamo la presa sull’obbiettivo di zero morti sul lavoro e della difesa della salute nei luoghi di lavoro: le scelte da fare sono arcinote e vanno dal superamento del subappalto a cascata, a controlli più stringenti, alla patente a punti per le aziende, all’obbligo di rispettare sul serio il contratto nazionale di lavoro senza scorciatoie, al diritto di lavoratrici e lavoratori di eleggere nei luoghi di lavoro i propri rappresentanti per la sicurezza.
Altro nodo centrale per una crescita economica all’insegna della equità è la delega del Governo per la riforma fiscale: il sistema fiscale sta diventando una vera e propria beffa nel confronto di lavoratori dipendenti e pensionati. Siamo di fronte ad una duplice ingiustizia: regole fiscali che permettono a categorie economiche di non pagare fino al 70% delle imposte dovute, accanto a sanatorie e condoni dei quali si perdono poi le tracce. E’ ora di finirla e riportare il sistema fiscale ad un unico indirizzo, intervenire con detassazioni gli aumenti salariali, proteggere meglio dall’inflazione i redditi da lavoro e da pensione, contrastare davvero la grande evasione fiscale anche per mettere in campo risorse utili per la sanità, la non autosufficienza, gli investimenti.
Ma una politica ed una imprenditoria, e soprattutto un Governo, disattenti al modello di economia nel quale avanza la deindustrializzazione e non si osservano le priorità che servono per affrontare i cambiamenti tecnologici, va richiamata al dovere di rimettere al centro della vita economica il valore del lavoro. A partire da questioni molto concrete come il rinnovo dei contratti ed una legge sulla rappresentanza. Si deve metter ordine nella contrattazione, si deve arrivare ad una definizione più giusta per i nostri tempi di rappresentatività che chiama in causa anche nil mondo delle imprese, peer affrontare con decisione i problemi della economia reale e per evitare che essa sia succube di scelte dominate dalla finanza e dai grandi interessi sovranazionali.
Per noi che operiamo a Roma e nel Lazio c’è poi la esigenza di guardare oltre i lavori per il Giubilei e domandare alle Istituzioni locali programmi e scelte in grado di garantire anche nei prossimi anni lavoro e miglioramenti nella vita collettiva. Sono tutti impegni molto concreti per un movimento sindacale che voglia lavorare davvero per il bene presente e futuro del Paese e trattenere i giovani offrendo loro le giuste opportunità. Noi ci siamo e siamo pronti a dimostrarlo.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio