Il Ministro dei trasporti e la Commissione di garanzia fanno a gara in questi giorni per politicizzare uno sciopero generale e far dimenticare gli obiettivi della mobilitazione sindacale che sono molto concreti. Una ragione in più per compiere ogni sforzo al fine di dimostrare la determinazione sindacale ed il legame reale e stretto con lavoratrici e lavoratori. Mentre il Governo è sordo alle richieste sindacali è preoccupante che al posto di un vero negoziato si ponga una sorta di altolà che mira evidentemente a limitare una libertà garantita dalla Costituzione come lo sciopero e per giunta costituendo un diversivo rispetto ai nodi irrisolti della nostra situazione economica e sociale.
Gli spazi di libertà vanno invece difesi senza esitazioni, specialmente quando si tratta di sostenere con forza scelte che si sforzano di dare risposte alle esigenze ed ai diritti dei lavoratori. La manovra del Governo, si dice, non peggiora le cose, visto che i soldi sono pochi. Ma in questo modo si prolunga solo l’attesa che inevitabilmente porterà ad una fase di stagnazione economica, peraltro già rintracciabile negli andamenti produttivi, con la conseguenza di peggiorare le condizioni del mondo del lavoro ed aumentare le tensioni sociali. Abbiamo dimostrato che nuove risorse si possono ricavare da interventi precisi contro l’evasione fiscale e le rendite.
Nessuna risposta. Abbiamo denunciato i ritardi e le risposte insufficienti sui contratti, nessuna risposta. Abbiamo contrastato decisioni sciagurate sulle pensioni ma dal Governo non arriva alcun ripensamento come se proprio i pensionati debbano essere i primi a pagare il prezzo delle difficoltà in cui si dibattono i conti pubblici. Inoltre, su tre questioni fondamentali per il futuro, produzione industriale, scuola, sanità è buio pesto. Va detto con chiarezza che noi ci muoviamo sulle nostre proposte in piena autonomia. Non siamo a rimorchio di nessuno.
Siamo convinti di quello che facciamo e per noi il ruolo sindacale non è quello della opposizione politica ma quello di lottare per migliorare le condizioni di lavoratrici e lavoratori e creare le condizioni per una crescita stabile ed una giustizia sociale che si assottiglia sempre di più. Si deve tornare ad un confronto serio senza ignorare questo ruolo. Ed andremo avanti con convinzione su questa strada.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio