La situazione economica continua a destare preoccupazioni. Eppure, la produzione regge grazie anche alla ripresa del nostro settore che per troppo tempo è stato sottovalutato. È necessario però che l’attenzione resti alta e non si focalizzi solo su questioni fatte apposta per creare polemiche. Come quella che riguarda il reddito di cittadinanza che finisce per diventare un tappeto sotto il quale si nascondono problemi ben più’ importanti.
Ora va di moda sostenere che il reddito scoraggia l’inserimento al lavoro. Sarà vero in alcuni casi ma generalizzare è davvero eccessivo ed inutile. Una politica più’ vicina alle esigenze sociali vere lo avrebbe da tempo riformato senza perdersi dietro discussioni che servono più’ a conquistare posizioni nei sondaggi che fare il bene del Paese. Infatti, uno degli elementi distorsivi più’ pesanti semmai è la giungla contrattuale che è presente anche nei nostri settori e che unisce insieme danni salariali, professionali e quelli non meno importanti sulla sicurezza.
Uno scenario di questo tipo certamente scoraggia il lavoro perché’ è sfruttamento con ben pochi diritti. Altro elemento da valutare è quello della mancanza di profili professionali adeguati alla evoluzione tecnologica. Cosa c’entra il reddito se mancano le professionalità’ necessarie? Semmai occorre un forte salto di qualità’ nella formazione su cui come Feneal Uil ci stiamo battendo da tempo. Infine, il fisco.
Recentissimi dati ci informano che i salari più’ bassi sono dei dipendenti da piccolissime aziende, molte delle quali si trovano nel settore edile. Il reddito medio riscontrato dal Mef, Ministero economia e finanza, è sotto i diecimila euro nell’ultima rilevazione. Insomma, non è certo un manifesto…pubblicitario per invitare ad accettare offerte di lavoro. Ma non va molto meglio per i dipendenti da società di persone il cui reddito medio è di 13468 euro. Si noti che quello del lavoro autonomo risulta…inferiore con 12961 euro. Senza rivangare guerre fra ceti sociali va detto però che salari e pensioni hanno diritto ad un fisco assai più’ equo dell’attuale.
Le cifre parlano chiaro. Ed allora torna di attualità’ un’altra delle richieste della Uil e della Feneal: rivedere il cuneo fiscale ma a favore del lavoro dipendente. L’equità fiscale come pure la sicurezza rimangono due punti fermi su cui impegnarci senza esitazioni nei prossimi mesi.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio