L’alluvione nelle Marche annuncia per l’ennesima, tragica volta, che la politica è stata sorda e cieca per troppo tempo al dissesto idrogeologico del Paese. Anche questa volta si stanzia una manciata di milioni per l’emergenza sapendo bene che anche la prossima volta sarà’…emergenza. E che riparare si danni subiti dalle popolazioni ci vorrà’ tempo e costi maggiori delle opere in grado di prevenire o fronteggiare meglio le calamità’ naturali.
Certo il nubifragio scatenatosi sulle Marche ha le caratteristiche della eccezionalità’ e la risposta data non poteva che essere quella messa in campo. Ma non è questo il problema: infatti si deve constatare che anche questa volta se guardiamo alle strategie di rimessa in sicurezza del territorio ci accorgiamo che c’è un vuoto di proposte reali assurdo quanto colpevole. Eppure, ci sarebbero anche le risorse europee del Pnnr a consigliare una doverosa attenzione al nostro assetto idrogeologico. Ma anche in questa campagna elettorale un tema che dovrebbe figurare fra le priorità’ per migliorare l’Italia risulta sostanzialmente assente. Non è più possibile fornire alibi a questa mancanza di volontà’ politica. Per giunta la ricostruzione dovrà’ come al solito scontrarsi con ritardi progettuali e con una burocrazia che non aiuta sul versante della tempestività’. Servirebbe una vera svolta. E prima ancora servirebbe uscire da questa logica di autosufficienza politica che anima i partiti per tornare a creare le condizioni per un confronto aperto al contributo delle forze sociali. Sarebbe delittuoso, ad esempio, che le risorse del Pnnr utilizzabili su questo problema non si utilizzassero per la incapacità politica o gestionale. Ed il rischio che questo avvenga, purtroppo, nessuno può’ escluderlo. Una strategia di lungo periodo non solo fornirebbe lavoro, qualità e stabilità dello stesso, ma eviterebbe vittime e distruzione di ricchezza. Come si fa ad ignorare ancora questa elementare verità’? È davvero sconsolante questo scenario, ma al tempo stesso deve spingere la nostra iniziativa a incalzare Istituzioni e forze politiche soprattutto in territori come il nostro, Roma e regione. In questi casi, infatti, l’immobilismo diventa un pericoloso alleato delle catastrofi naturali. Ma questa innaturale alleanza va spezzata. Una volta per tutte.
E non va dimenticato un altro tema che non ha …cittadinanza nella competizione elettorale: gli incidenti sul lavoro. Eppure, un ragazzo di 18 anni durante un tirocinio è rimasto schiacciato in fabbrica, lui è i suoi sogni. Di certo questi temi non li di anticherà’ la Feneal Uil che sta per celebrare il suo Congresso nazionale in coerenza con un impegno comune con la Confederazione. Sono terreno di impegno e di lotta che non abbandoneremo, anche invece acquistano proprio per la assenza di scelte precise e nette un valore non eludibile. Ci faremo valere questo non è in discussione. Sono temi nei quali non solo c’è’ buona parte del nostro futuro ma anche dei diritti e delle tutele del lavoro.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio