Mille bare a Piazza del Popolo: una distesa impossibile da dimenticare di vittime del lavoro che richiamano quelle che effettivamente hanno perso la vita nelle imprese e nei cantieri. Le Istituzioni e la politica dovrebbero fare di quella immagine fortissima che la Uil con il suo Segretario GeneralePierpaolo Bombardieri ha voluto proporre nella piazza romana una gigantografia da appendere davantialle loro scrivanie per tenere a mente una priorità troppe volte disattesa: misure efficaci davvero perimpedire che si muoia sul lavoro pagando un prezzo inaccettabile.
La Feneal di Roma e del Lazio ancora una volta è stata al fianco della Uil in questa battaglia di civiltà e per il rispetto della dignità del lavoro senza esitazioni. Si è detto a Piazza del Popolo che quelle bare evocano un requiem, parola che comincia però con la stessa lettera di rimozione. Ma la manifestazione che la Uil ha promosso intende riaffermare che siamo stanchi di bare ma lo siamo ancor di più della rimozione che troppe volte segue ad incidenti gravissimi sul lavoro.
E’ inaccettabile che anche di fronte a fatti luttuosi eclatanti non si dimostri ancora una precisa volontà di affrontare problemi arcinoti e compiere scelte che sarebbero alla portata per ridurre
sostanzialmente la piaga delle vittime e di lavoratori e lavoratrici menomate per incidenti. Eppure al di là di una commozione di circostanza si continua a procedere troppo stesso su strade sbagliate o ci si accontenta di slogan che non cambiano di certo la situazione.
Del resto i pericoli si annidano sia negli appalti pubblici che privati e chiamano in causa quindi sia lo Stato imprenditore che le imprese private. Serve un poderoso cambio di rotta.
Giustamente il nostro Segretario Generale ha osservato che siamo profondamente insoddisfatti dei confronti avuti con il governo su questo tema cruciale. Non si ha nessuna intenzione di tornare ad un sistema di appalti che garantisca la sicurezza e non la giungla dei subappalti. Non ci sono passi in avanti reali per tutelare con controlli efficaci il lavoro e quello che avviene anche sul piano contrattuale nelle fabbriche e nei cantieri. Quando poi avanziamo proposte concrete come la patente a punti per spingere le imprese a comportamenti più idonei per tutelare la vita dei dipendenti, la risposta si perde nelle nebbie dei “vedremo”.
Non si può, non si deve andare avanti in questo modo. Piazza del Popolo è la dimostrazione che la tattica politica del tergiversare non porta a nulla, il movimento sindacale, la Uil e la Feneal Uil
soprattutto non demordono e andranno avanti per chiedere assunzioni di responsabilità chiare e non posizioni elusive che perpetuano rischi mortali per i lavoratori.
E’ poi assai semplice comprendere che quello che fa la differenza è una manifestazione di volontà reale di affrontare il problema. Le prove ci sono proprio nella nostra città con i protocolli firmati sulla sicurezza in previsione ad esempio dei lavori per il giubileo del 2025. Regole chiare, responsabilità chiare, monitoraggi chiari per fornire ai lavori un percorso che sia in grado di ridurre al massimo i rischi per la vita e la salute dei lavoratori. Un percorso sul quale siamo vigili ma che finora ha dimostrato di essere utile. Ma serve confrontarsi sul serio, serve rispondere alle proposte del sindacato senza rigettarle come finora è avvenuto nel merito sul piano nazionale.
Il mondo del lavoro attende da troppo tempo una svolta e finora non ha ricevuto segnali evidenti ed in grado di creare nuove aspettative. Ma la tenacia della Uil e della Feneal Uil non deflette e non si fa certo intimorire dalla indifferenza. Nei prossimi giorni altre nostre iniziative, come quella insieme alla Cgil impediranno che si metta fra parentesi la questione degli incidenti sul lavoro. Non si illuda chi pensa di risolvere tutto girando la testa dall’altra parte, le risposte che servono dovranno arrivare.
Perché sono risposte che possono salvare la vita a tanti lavoratori, svuotando… quel triste simbolo delle bare che hanno tappezzato Piazza del Popolo una buona volta.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio