Mentre si apre la stagione politica sulla manovra economica Uil e Cgil riportano in primo piano una deriva che va assolutamente contrastata ed è quella di peggiorare i pilastri del mercato del lavoro con le recenti norme dell’attuale governo.
Specialmente noi del settore edile siamo sensibili a questi interventi che non avranno altro esito se non quello di aggravare la precarietà e al tempo stesso minare diritti che sono stati contemplati fin dagli anni ’70 nello Statuto dei diritti dei lavoratori.
Proprio mentre il Governo si gloria dell’aumento della occupazione “stabile” al tempo stesso offre alle imprese l’opportunità di recuperare al di fuori di ogni logica mano libera sul lavoro, ovvero l’opposto di quanto sostiene a parole di voler perseguire.
La estensione dell’utilizzo di strumenti contrattuali per allargare la discrezionalità delle imprese prevista nel collegato al lavoro va ina direzione del tutto sbagliata e non aiuta di certo la prosecuzione di relazioni industriali efficaci come del resto la stessa Confindustria aveva annunciato nella sua recente Assemblea.
Si avverte troppa “destra” in questi provvedimenti che fanno parte di una linea che finora non ha aggredito realmente questioni fondamentali per il lavoro: ridurre gli incidenti, creare un contesto nel quale la contrattazione collettiva possa esprimersi al meglio, rafforzare il sostegno verso la occupazione di giovani e donne che sono ancora i punti deboli del nostro sistema lavorativo, oltre che non dare risposte sull’enorme problema di un welfare, sanità e previdenza, da riorganizzare secondo equità ed efficienza…
E’ necessario farsi sentire ed è importante che Roma divenga la sede per manifestare la nostra profonda insoddisfazione su come stanno procedendo le vicende economiche e sociali. La nostra città del resto non è al riparo da un quadro preoccupante per le prospettive future. Anche perché resta incerto il senso di marcia dopo la fase del bonus e lo stesso Giubileo. Arrivare al “dopo” senza una chiara strategia e pere giunta con misure che aggravano le condizioni del lavoro sarebbe davvero un guaio in quanto farebbe tornare indietro l’economia romana e laziale creando nuovi problemi sociali.
Governo e Parlamento non possono cavarsela sostenendo che siamo alla viglia di un periodo nel quale tutti devono fare sacrifici. Si tratta invece di agire per non interrompere il fragile cammino di crescita sempre più esposto a venti contrari. Ed ecco perché la Uil e la Feneal Uil, e noi tutti della Feneal Uil di Roma e del Lazio, non vogliamo essere spettatori, ma protagonisti.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio