La Pasqua di quest’anno ha immagini, inutile nasconderlo, di dolore e violenze. Per i credenti la
Pasqua assume il valore della resurrezione dello spirito per costruire qualcosa che vada oltre le
atrocità e gli egoismi. Per un laico può ben significare uno stimolo a proseguire per la strada che
bandisca l’odio, la sopraffazione, l’emarginazione. Pasqua può ben significare il dovere di quella
generosità d’intenti che il sindacato si sforza di affermare quando si batte per i diritti e per
creare occasioni non fragili di lavoro e di coesione sociale.
E’ un momento difficile, un mondo che è diventato un puzzle complicato da ricostruire. Ed è
chiaro che le apprensioni si dirigono non solo sul ritorno ad equilibri non segnati da guerra e
autoritarismi ma anche sul futuro del lavoro. E sul valore prioritario della vita.
Se ricordate proprio il 20 aprile di un anno fa si tornava a manifestare per reclamare maggiore
sicurezza sul lavoro e esprimere con forza il nostro “basta” alle morti sul lavoro. Ed abbiamo
indicato i nodi da affront4are con estrema chiarezza. Quei nodi sono ancora là, purtroppo, per
la incapacità ed anche l’indifferenza ad affrontarli come si deve. Li possiamo elencare di n uovo:
il sistema di appalti e subappalti, la carenza nei controlli, la prevenzione che non decolla, la
mancanza di sentenze che siano da deterrente. Ed altro ancora. E’ allora fondamentale
rinnovare proprio nel periodo in cui si celebra la vittoria religiosa della vita sulla morte, il nostro
impegno civile a fare in modo che la continua strage di vittime sul lavoro si arresti una buona
volta.
La Pasqua quest’anno tira la volata a momenti importanti della vita civile e sindacale, visto che
si affaccia sul 25 aprile e sul primo maggio. Date che rinnovano la fedeltà alla libertà, alla
democrazia e al progresso economico e sociale con il mondo del lavoro a farla da protagonista.
La speranza è che si capisca che occorre un periodo di risveglio della volontà di lasciare da parte
finalmente superficialità, slogan inutili, contrapposizioni preconcette e si affronti con animo
costruttivo la montagna di problemi che abbiamo di fronte: dall’Europa ai dazi, dalla ripresa
produttiva ai diritti dei lavoratori minacciati da nuove forme di sfruttamento, ma soprattutto da
un confronto che metta in primo piano scelte in grado di offrire ai giovani ed alle lavoratrici e
lavoratori una prospettiva incoraggiante.
Nella nostra regione e nella nostra città manca proprio questo: mentre si consuma l’effetto Pnrr
e quello del Giubileo gli anni a venire restano una incognita. E’ un rischio che non dobbiamo
correre soprattutto come settore delle costruzioni che specialmente in questo territorio è fonte
di occupazione ma anche motore di innovazione e di vitalità pere altre attività industriali ed
economiche. Ci vuole un progetto per i prossimi anni sul quale discutere, offrire proposte,
decidere. E’ essenziale che le Istituzioni e la politica presenti nel Lazio ed a Roma si convincano
che non vi è altra strada per scongiurare nuovamente fasi di declino e di incertezza. Ed è bene
affermarlo ora che vi è il tempo per immaginare i passi che mantengano intatte le possibilità di
crescita economica e sociale.
Pasqua invita alla solidarietà, alla serenità, alla rinascita dei migliori sentimenti umani. Ed è
quindi con questa convinzione che auspico per tutti i dirigenti, militanti e lavoratori della Feneal
Uil e del nostro settore una Pasqua serena e in grado di rincuorare.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio