Inutile negarlo: resta molto stretto il legame fra campagna di vaccinazione e il ritorno ad una reale fase di crescita economica. Così come appare altrettanto evidente che non possiamo concederci lentezze. Nell’economia mondiale mai come in questo difficile momento chi si ferma è perduto.
Non sta certo fermo il sindacato. La Uil ha lanciato una parola d’ordine per quest’anno che specie nel nostro settore acquista un grande valore: una più decisa lotta agli infortuni sul lavoro. Scelta lungimirante, perché dalla nostra esperienza risulta inequivocabile il fatto che ogni ripresa produttiva porta con sé, se non contrastata, una nuova emergenza di vittime e gravi infortuni nelle varie attività lavorative.
Ed è importante che il tema della sicurezza sul lavoro sia stato affrontato come merita anche nella piattaforma varata da Feneal, Filca e Fillea in vista del rinnovo del contratto che scadrà a giugno. Una piattaforma molto impegnativa ma che testimonia dell’impegno sindacale a ribadire la valenza del contratto di lavoro nazionale anche attraverso la sua capacità di affrontare le questioni fondamentali del lavoro. La richiesta di ampliare la formazione ed i controlli nel capitolo dedicato alla sicurezza ne fa fede. E’ un modo efficace per attrezzarci alla prossima stagione di ripresa del lavoro nel settore delle costruzioni. Sappiamo che qualcosa si muove, che si torna a lavorare, che le prossime settimane possono essere già un indizio interessante di ripresa. Il leggero aumento di iscrizioni alle Casse edili di imprese e lavoratori va in questa direzione. Solo segnali, ma che vanno irrobustiti. Ma soprattutto riteniamo che alcune opportunità vadano colte in pieno e sono arcinote: dal superbonus, alle risorse che il Recovery fund destinerà alle infrastrutture con una parte di esse destinate alle opere che devono ripartire nel Lazio.
Proprio per tali aspettative va realizzata nel confronto con gli imprenditori una normativa contrattuale senza ambiguità. Non a caso chiediamo con forza una stretta al dumping contrattuale esistente e che produce nel sistema degli appalti una giungla di trattamenti nella quale ovviamente si utilizzano troppo spesso i contratti più “favorevoli”, ovvero meno onerosi. Non si può risparmiare sui diritti dei lavoratori edili. E’ ora di dire basta. Ed il nostro impegno allora sarà quello di rivendicare quel contratto di cantiere che restituisce centralità alle nostre norme contrattuali e che deve essere inserito con molta chiarezza nei bandi di gara che riguardano gli appalti.
Si faranno in tal modo reali passi avanti sia sul terreno della riduzione del lavoro irregolare, sia su quella di garantire migliori condizioni lavorative e di sicurezza nei cantieri.
Del resto la giungla contrattuale crea confusione anche nei profili professionali che vanno riorganizzati ma non nel senso di “risparmiare” mantenendo una buona parte dei lavoratori ai livelli più bassi, bensì tenendo conto delle novità del lavoro edile con l’ingresso di nuove mansioni legate a nuove tecnologie continuamente in evoluzione. E naturalmente resta per noi molto importante difendere la funzione dei contratti integrativi.
Si preannunciano di conseguenza mesi molti impegnativi per il nostro lavoro sindacale. Siamo decisi ad esercitare il nostro ruolo con grande determinazione e con scelte unitarie. La ripresa economica non potrà che avvantaggiarsi di relazioni contrattuali fra imprese e lavoratori all’altezza della scommessa che il Paese deve fare: ritrovare la via dello sviluppo, sapendo in tal modo di ricostruire un Paese più moderno ma anche con meno diseguaglianze ed ingiustizie. E rimettendo al centro del ritorno alla crescita il tema del lavoro.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio