L’impegno sindacale, della Uil e della Feneal Uil di Roma e Lazio in questo anno difficile proseguirà con decisione nell’affermare la necessità di affrontare i problemi economici e sociali con la massima concretezza. Quella concretezza che sta mancando da troppo tempo.
E lo si vede dai dati che segnalano ritardi e vuoti di iniziativa. Non si tratta solo di rimarcare che il degrado di Roma è sempre una questione irrisolta. Oppure che la regione si è fermata in attesa del confronto elettorale.
Si tratta di trarre le conclusioni possibili da campanelli d’allarme che non vanno ignorati. In primo luogo, lo stato della nostra occupazione: talune previsioni indicano per il 2023 un aumento di disoccupati solo inferiore alla Sicilia. Le previsioni non sono fatti, è vero, ma non vanno sottovalutate. Ed un terreno di azione per smentirle è proprio la ripresa del settore delle costruzioni. Non si può che ripartire dal nostro lavoro se si vuole davvero impedire che la debole crescita in atto si interrompa.
Ma è la situazione generale a preoccupare: nella nostra regione gli andamenti demografici, solo per fare un esempio, non invogliano all’ottimismo visto che negli ultimi dieci anni il Lazio ha perso il 2,6 della popolazione residente. E c’è da scommettere che in questa flessione non da poco occorra inserire anche i giovani che vanno a cercare il futuro altrove. Mentre resta elevata la percentuale di inoccupati, quando nelle nostre zone c’è davvero molto da fare.
Anche sul piano del Pil non siamo messi bene: si fa fatica a riassorbire i danni della grande recessione del 2008 e della pandemia, tanto che non si è riusciti in questo ultimo periodo neppure a tornare ai livelli del 2019. Serve una svolta reale, ed ancora una volta essa non può che essere originata da un grande piano di interventi che chiamano in causa il nostro settore.
E non si vedono primati positivi, anzi. Le condizioni della qualità della vita e del tenore dei bilanci familiari di lavoratrici e lavoratori non solo pagano un prezzo salato all’inflazione ed alla crisi energetica, ma devono sottostare a livelli di pressione fiscale su cui si ragiona troppo poco: le addizionali Irpef nel Lazio sono arrivate alla soglia record del 3,33% sull’imponibile mentre sul piano dei servizi i risultati, come sappiamo bene, non compensano il livello del carico fiscale.
E’ importante dunque che le Istituzioni locali ritrovino il passo giusto per affrontare i nodi dello sviluppo e della sostenibilità. E c’è un solo modo per guardare avanti sul serio e sfruttando le opportunità delle risorse che arriveranno, a partire da quello di un Pnrr che si è perso nelle nebbie delle vicende politiche: il confronto e la partecipazione. Le forze sociali non hanno mai smesso di proporsi come interlocutori costruttivi. Ma hanno dovuto registrare molta autoreferenzialità politica e non poche delusioni rispetto alle promesse ricevute. Ora è davvero essenziale cambiare rotta. E la Feneal Uil di Roma e Lazio farà in modo che questa priorità venga considerata come merita.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio