Si ricomincia …..
Eccoci dopo la pausa estiva. Cambia lo scenario politico ma non quello economico con l’Istat che ammonisce sulla debolezza della nostra economia. Una debolezza alla quale dobbiamo sommare l’inesistenza di un cambio di passo per Roma il cui degrado resta un atto di accusa per il Governo locale (ma anche nazionale) e la necessità di una svolta su investimenti e lavoro si fa sempre più pressante.
Il movimento sindacale ha già esposto le condizioni per fare dell’autunno l’ultima occasione del 2019 per tentare di riprendere un cammino di ripresa con l’Europa che con ogni probabilità allenterà la pressione sull’Italia dopo che le espressioni più crude ed inaccettabili di sovranismo non hanno prevalso.
La speranza è che la tentazione dell’autoritarismo e del populismo fondato in modo sterile su sentimenti di odio e di un fumoso populismo lasci il posto alla concretezza di un riformismo in grado di realizzare quello che è necessario: una politica economica che metta al centro il lavoro e il settore delle costruzioni.
Finora la politica si è mossa nel generico. Forse era inevitabile, ma ora occorre che si inizi a fare chiarezza.
E chiarezza vuole che si riparta dalle condizioni dei lavoratori: con politiche attive del lavoro efficaci, con una riforma fiscale che finalmente si rivolga principalmente a chi sostiene il maggior carico fiscale, con scelte precise sul terreno degli investimenti che devono animare il rilancio indispensabile del nostro settore.
Un settore che in Europa, vedi la Germania, mostra segnali inquietanti di difficoltà. Un settore che in Italia han visto le nostre forti mobilitazioni alle quali non è stata mai data una risposta altrettanto costruttiva. Immobilismo, litigi ed i pasticci da eliminare dello “sblocca cantieri” hanno dominato la scena politica ma hanno aggravato lo stato del nostro settore.
La svolta rispetto a questa situazione dovrebbe essere il vero obiettivo su cui fondare un nuovo capitolo di politica economica.
Per l’Italia e per la nostra città che appare come abbandonata a se stessa quasi che si attenda un qualche improbabile sortilegio che risolva i tanti problemi sui quali tante volte ci siamo impegnati e ci impegneremo ancora.
Ciò che serve è naturalmente una grande prova di unità che colleghi l’azione sindacale ai lavoratori e permetta di esprimere il massimo di autorevolezza da parte di Cgil, Cisl e Uil. La nostra categoria questo percorso l’ha capito da tempo e sarà importante procedere su questa via anche perché gli appuntamenti contrattuali che ci attendono non saranno agevoli.
Ma ce la metteremo tutta per dimostrare che le tutele dei lavoratori vanno considerate come una priorità non eludibile. E fra esse c’è la sicurezza sul lavoro. Troppe vittime in questo 2019 specialmente nel nostro settore, troppa indifferenza politica, troppa discrezionalità lasciata fra le maglie di norme e di comportamenti che risultano al momento troppo larghe e troppo pericolose per il lavoro.
Un problema grave quello della sicurezza sul lavoro che esige un profondo cambiamento di politiche e di atteggiamenti. E su questo terreno non siamo disponibili ad accontentarci di dichiarazioni di principio senza che ad esse seguano modifiche e decisioni all’altezza della questione che è strettamente legata alla dignità del lavoro.
La Feneal attende che questo cambiamento avvenga in tempi brevi sapendo che in caso contrario continueremo la lotta sindacale che ci ha visto protagonisti nei mesi scorsi.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio