SIAMO ALLA VIGILIA…

SIAMO ALLA VIGILIA…

Siamo alla vigilia, come ogni anno, di due eventi che dovrebbero suggerire invece di polemiche la volontà’ di guardare avanti. Il 25 aprile parla di liberazione dal nazifascismo perché’ la lezione della storia non si può manipolare. Ma quella liberazione ha un senso attuale se la si collega al frutto migliore della nostra Repubblica, ovvero la Costituzione che parla di dignità del lavoro, di giustizia sociale, di lavoro. Non è un caso che fra i Costituenti al lavoro per dare alla nascente Repubblica la sua identità’ c’erano anche i sindacalisti che avevano ricostituito le organizzazioni dei lavoratori e che non avevano dimenticato l’eredità’ di Bruno Buozzi e del suo riformismo coraggioso. Libertà, giustizia sociale, regole democratiche. Tre capisaldi dai quali è’ nata la rinascita di un Paese che in meno di 15 anni aveva ottenuto con i sacrifici di tante lavoratrici e lavoratori il rispetto del mondo e la sua ricostruzione.

La direzione di marcia era comune, interessi e speranze diverse. Non sono mancate le lotte comuni, malgrado l’epoca di divisioni ideologiche e sindacali. Eppure, il sentimento diffuso che una Italia migliore era al tempo stesso un dovere ed una speranza concreta ha cambiato il volto alla nostra società’.

In questa opera di avanzamento economico e sociale il nostro settore delle costruzioni è stato un volano di grande importanza. Ed è con questa convinzione che dobbiamo utilizzare questo periodo per ribadire che il Paese sfuggirà’ al declino ed alla stagnazione economica solo se si ricorderà’ del ruolo del nostro settore. Ma questo vuol dire collocare, come non sembra proprio che avvenga, la dignità e la sicurezza del lavoro al centro delle politiche industriali e di rilancio delle infrastrutture.

Si parla di…liberazione, ma non vorremmo che si tornasse a pratiche di liberismo selvaggio che invece di farci progredire ci fa indietreggiare su terreni fondamentali: la lotta agli infortuni, il subappalto “libero”, le diseguaglianze contrattuali e la precarietà. Ed è proprio alla luce di quanto sta avvenendo con le scelte del Governo che l’impegno di mobilitazione e di lotta della Uil e della Feneal dimostra tutta la sua validità’. Libertà sì, liberismo no. Le regole essenziali non vanno disattese e sono cosa ben diversa dai ritardi dovuti alla burocrazia o alle i decisioni politiche. Lo vediamo anche nella nostra città’ e nella nostra regione. Dove sono finite le scelte collegate alle risorse del Pnrr? Perché’ si indugia fin troppo sulla messa in opera di una strategia complessiva di risistemazione dei nostri territori, delle periferie, secondo criteri che non soffrano di stop ideologici ma al tempo stesso siano compatibili con una nuova coscienza, realistica, di ricercare compatibilità con l’ambiente?

La memoria del passato serve per guardare avanti. Ma in particolare non si deve dimenticare che non basta raccontare alle giovani generazioni il perché’ di certe scelte, ma occorre evidenziare la spinta ideale, il coraggio nelle decisioni, la concretezza dei fatti, che furono alla base della rinascita del nostro Paese. Ed il lavoro fu il motore determinante per quella ripresa. Il valore del lavoro che informa la nostra azione e che deve produrre risultati positivi per coloro che lo fanno, per chi lo cerca, per quanti si affacciano per la prima volta ad esso. Il vero Paese cui affidare gli ideali che si ricordano in questi giorni.

Giovanni (Agostino) Calcagno

Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio