Tanti impegni in un momento difficile

Tanti impegni in un momento difficile

L’autunno ci ha portato a toccare con mano le difficoltà della situazione. La Uil ha deciso giustamente di non stare a guardare una manovra economica del Governo che non parla né di crescita, né di futuro industriale, né di sicurezza sul lavoro, né equità. È necessario far sentire con forza la voce del sindacato.

Ma anche nel nostro territorio i problemi da affrontare non sono pochi.

Tutta l’attenzione è concentrata sui lavori del Giubileo che ha il compito dopo la fine del superbonus di garantire una tenuta occupazionale che però dovrà essere assicurata anche da progetti per il futuro della città e della regione di cui non si ha traccia.

Le grandi opere che si cerca di ultimare però “navigano” in una assenza di coinvolgimento delle forze sindacali che ci fa esprimere una forte preoccupazione. Per essere concreti domandiamo al governo della città che fine hanno fatto le buone intenzioni del protocollo sulla sicurezza a suo tempo propagandato come il ritorno ad un rapporto costruttivo fra Istituzioni e forze sociali. Un paio di riunioni senza seguito con il Commissario preposto al protocollo più visto né sentito: questo finora è il deludente consuntivo. Nel frattempo però la questione della sicurezza rimane appesa alle circostanze e non è accettabile. Avevamo chiesto e continuiamo a chiedere un maggiore coinvolgimento, anche per il fatto che il vizio di perseverare su una sorta di autosufficienza politica su tutto al fine evidente di attribuirsi i meriti sta rimettendo in discussione quel tavolo di confronto con le rappresentanze dei lavoratori che invece andrebbe valorizzato in ben altro modo.

Questo negativo costume politico del resto attraversa tutti gli schieramenti sia di maggioranza che di opposizione. A parole si riconosce un ruolo del sindacato che viene però messo in discussione dai comportamenti successivi.

Non è il modo giusto per procedere. Dobbiamo di conseguenza tenere alta la pressione sulle istituzioni locali tutte. Anche perché si ventila fin da ora la prosecuzione di quel protocollo anche quando il giubileo sarà un ricordo. Va affermato allora con chiarezza che scelte impegnative che restano sulla carta non servono a nulla. Se si vuole andare avanti, benissimo ma ci si rimetta attorno ad un tavolo per chiarire una volta per tutte i veri intendimenti che si vanno ad assumere. La prova dei fatti in questa situazione diventa un obbligo da non eludere.

Del resto la continua striscia dolorosa di morti sul lavoro deve spingere al maggior rigore possibile: serve formazione, controlli incisivi, conoscenza delle nuove tecnologie, prevenzione. E tutto questo va incardinato in un sistema di rapporti continuativi fra tutti i protagonisti del lavoro.

La nostra intransigenza su questo punto è motivata dalla mancanza di certezze dei nostri interlocutori e non può in queste condizioni venire meno per alcun motivo.

Ma sull’agenda dei lavori per il nostro sindacato vi sono anche importanti appuntamenti contrattuali: quello nazionale e quello integrativo. Con essi dobbiamo avere risposte concrete su molte questioni aperte. Una su tutte, quella salariale. Si sono sommati in questo periodo due effetti profondamente ingiusti e pensanti sui bilanci di lavoratori e lavoratrici del settore edile: l’inflazione che ha colpito duramente i redditi da lavoro e da pensione anche se ora si sostiene che sita scendendo ma non di certo per le tasche già aggredite da questo fenomeno nel recente passato; la lunga e sempre più intollerabile  stagioni di basse retribuzioni che è anche alla base di un cammino altalenante ed instabile della nostra vita economica e sociale. Due effetti che combinati insieme creano forte disagio fra i lavoratori e aprono la strada a nuove ingiustizie e diseguaglianze. La contrattazione deve restare un punto fermo, invalicabile delle relazioni industriali, Ma per fare ciò è necessario che la questione salariale non diventi oggetto di discrezionalità da parte delle imprese e prosecuzione di un uso spregiudicato di contenimento del costo del lavoro anche, ricordiamolo sempre, attraverso i contratti pirata e il lavoro irregolare.

La portate di questa   stagione contrattuale dunque è assai rilevante e deve comunque portare un sollievo rapido e tangibile per salari e stipendi.

A fine mese ci sarà una mobilitazione dei lavoratori con lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. Va preparato con grande impegno. Non si tratta, infatti come alcuni detrattori del sindacato si sforzano di spiegare, di estremismo ma di tutela della dignità del lavoro e delle prospettive di sviluppo del Paese. La manovra se deve rispondere a questi requisiti va cambiata profondamente perché anche gli interventi utili appaiono del tutto slegati ed insufficienti all’obiettivo di dare stabilità e riconoscere a lavoratrici e lavoratori i sacrifici che stanno compiendo per tenere a galla produzione e vita economica. Andare avanti su questa strada allora è compito di un sindacato riformista come siamo sempre stati noi della Feneal Uil di Roma e del Lazio unitamente alla Uil nazionale e di Roma.

Giovanni (Agostino) Calcagno

Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio