Un fine anno con molte lezioni da ricordare

Un fine anno con molte lezioni da ricordare

La sequenza drammatica di morti sul lavoro purtroppo segnala ancora una volta il mantenimento di una situazione che combina interventi inefficaci, una non cultura della vita e del lavoro, la mancanza di vera giustizia che sia reale deterrenza. Come la Uil e la Feneal Uil hanno tante volte affermato si tratta di compiere una svolta profonda e dare continuità ad interventi realmente incisivi sul terreno della prevenzione e dei controlli. Non è possibile che Governo, politica e Istituzioni locali proseguano sulla via di una sostanziale inerzia quando invece occorrerebbe dare alla sicurezza sul lavoro il ruolo che le spetta ovvero quello di una grande priorità.

L’anno si avvia  a conclusione. La Uil ha dimostrato di voler sempre perseguire anche nel momento della protesta una linea propositiva. Non abbiamo mai ideologizzato le distanze con le politiche economiche del Governo che a partire dal magro risultato sul Pil per proseguire con la assenza di veri investimenti là dove servono, non sono in grado di risolvere né i problemi contingenti né di avviare percorsi riformatori reali.

Certo c’è qualche intervento a favore del lavoro ma senza una direzione chiara e soprattutto molto al di sotto delle necessità di lavoratrici e lavoratori.

Si è perso tempo anche a Roma e nella nostra regione: il Giubileo è alle porte ma al di là dei lavori in corso non sembra proprio che la nostra città si sia predisposta ad organizzare il dopo Giubileo così come le opere che servono nella nostra regione mancano di scelte che possano assicurare lavoro stabile ed al passo con l’evoluzione tecnologica.

Non a caso l’iniziativa sindacale appare quanto mai necessaria ed insostituibile per evitare che in un Pese dove non si fa una riforma autentica da decenni…si parli d’altro ed in modo sloganistico.

La contrattazione deve quindi restare un punto di forza della nostra azione. Abbiamo dimostrato di ottenere risultati utili ai lavoratori sul piano dei contratti integrativi e siamo decisi a continuare a ribadire il potere contrattuale del sindacato su tutti i terreni sui quali siamo chiamati ad agire. Il tentativo di ridurre il sociale a puro spettatore di una scena nella quale si muove la politica, che rispunta di tanto in tanto, va battuto perché è contrario agli interessi dei lavoratori e delle loro famiglie. Non si tratta di valutare elargizioni più o meno generose, perché con questo metodo non si va da nessuna parte. Si tratta invece di cambiare strada a tutti i livelli, a partire dal nostro che resta essenziale per la crescita di Roma e della regione, ritrovando il filo conduttore di confronti che portino a risultati concreti e tangibili nel tempo.

Non si può vivere alla giornata perché in tal modo anche i dati positivi finiranno per sfarinarsi e per compromettere la tenuta economica e sociale. Abbiamo di fronte a noi esempi eclatanti di quello che sul piano industriale si rischia in Italia come in Europa. Ed il nostro settore che ancora oggi è attivo nella nostra realtà non deve compiere l’errore di illudersi che tutto possa continuare come se nulla fosse. E’ invece essenziale costruire le condizioni per continuare ad avere prospettive di lavoro il più possibili radicate in un sano tessuto economico e sociale.

Giovanni (Agostino) Calcagno

Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio