Il Natale di quest’anno per il mondo del lavoro ha un significato prioritario: stare ancor più vicini a chi è privo di quella speranza che la ricorrenza cristiana intende suggerire nella vita di tutti. Non sarà Natale per le famiglie ucraine, per le donne iraniane, per coloro che diventano sempre più poveri. Non possiamo dimenticarlo. Eppure, si deve andare avanti. Le ragioni della pace e della libertà sono sempre forti, devono prevalere.
Un sincero ed affettuoso augurio alle lavoratrici e ai lavoratori della Feneal Uil, a tutti i lavoratori edili della nostra città e della nostra Regione da parte della nostra Segreteria con lo stesso valore di fraterna partecipazione a ciò che unisce e che fa del prezioso consenso con il quale ci sostenete una grande forza con cui affrontare le tante difficoltà che la situazione economica e sociale ci impone, una forza che vogliamo continuare ad utilizzare per difendere i diritti e la dignità del lavoro.
Sotto l’ideale albero di Natale di quest’anno non possiamo non chiedere ancora una volta con grande convinzione che le nostre lotte per la sicurezza del lavoro e la fine della lunga strage di lavoratori trovino l’ascolto ed il riscontro che sono doverosi in un Paese civile da parte delle Istituzioni e della politica. Papa Francesco ha, come è suo costume, sintetizzato la gravità del fenomeno in poche chiare parole in questi giorni: “troppe vittime sul lavoro, è una sconfitta per la società, fate rumore”. La nostra ostinata campagna che portiamo avanti da mesi, convinti come siamo che ci sono tutte le condizioni per fermare questa deriva, fa parte a pieno titolo di quel rumore che il Papa invoca coraggiosamente e continuerà ad essere da parte nostra forte e determinato. Ma quel rumore deve inchiodare a responsabilità che non possono più essere eluse sia la politica che il Governo. Non è più possibile fare orecchie da mercanti.
Sotto l’albero di Natale ci aspettiamo di vedere comparire anche scelte nuove nella nostra regione e nel Lazio: basta con silenzi, con scelte rinviate, oppure con i libri dei sogni. Vanno messi in campo, soprattutto per i prossimi mesi niente affatto facili sul piano economico, progetti attuabili in tempi certi e con la garanzia di una legalità che deve essere rispettata ovunque. Non è stata una buona notizia, che va comunque approfondita, la decisione di inserire nel codice degli appalti il cosiddetto subappalto a cascata che potrebbe essere malamente inteso anche come una deprecabile apertura al subappalto selvaggio. Semplificare, agire con tempestività è necessario; aggirare le norme per far rimpiombare il nostro settore nell’incertezza, negli abusi, nel lavoro irregolare e nel proliferare di contratti pirata sarebbe inaccettabile.
Ci aspettiamo dalle Istituzioni locali scelte chiare su questo punto sia sulle opere da avviare e completare, sia nell’utilizzo delle risorse che arriveranno dal Pnrr e sulle quali servono trasparenza ed indirizzi precisi, sia sugli accordi già stipulati in materia di sicurezza cui va dato seguito rigoroso.
Abbiamo bisogno, infine, di trovare sotto l’albero di Natale un salto di qualità nelle relazioni fra le forze sindacali ed i propri interlocutori. Occorrono quella continuità, quelle coerenze, quella disponibilità all’ascolto delle proposte che vengono dal lavoro e dalle rappresentanze sindacali che devono ricreare fiducia sul piano produttivo e sociale. E di fiducia nuova e credibile vi è una grande necessità.
Inoltre, non dimentichiamo che facciamo parte di un mondo, quello sindacale, che si batte per migliorare le prospettive di chi lavora e di chi non ha una occupazione, dei giovani e degli anziani. Un mondo che respinge la corruzione, l’occupazione del potere, l’odio verso l’avversario, l’autoreferenzialità che impedisce il dialogo, che è sordo ad esigenze improcrastinabili come l’equità fiscale, politiche del lavoro davvero efficaci, interventi per impedire il tracollo della sanità, per evitare umiliazioni ai pensionati. Il nostro auspicio è che si volti davvero pagina su comportamenti che impediscono di progredire e di cambiare. E resta comunque questo un terreno di grande impegno e di lotta per il sindacato.
Questo nostro mondo, caratterizzato pericolosamente da un venti di guerra mondiale, ha estremo bisogno di un processo coraggioso di distensione invece di essere lo scenario di distruzioni ed oppressione. Il movimento sindacale ha sempre unito il valore della libertà a quello della pace. È la chiave di volta per impedire vecchie e nuove tragedie. Ecco perché abbiamo deciso come Uil di agire come sindacato delle persone. Dare centralità alla persona vuol dire respingere ogni tipo di violenza e di sopraffazione, restituendo a tutti dignità e futuro. Ed è l’impegno che cercheremo di condividere con tutti i nostri militanti, quadri e dirigenti anche nel prossimo futuro.
Che sia allora, malgrado le tante cose che non vanno, un Natale davvero sereno, in grado di confortare e spingere a guardare all’anno prossimo con realismo ma anche con fiducia.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio