La situazione del lavoro nella nostra regione se si consultano i dati della Cassa edile ci rammenta che malgrado che il bonus del 110% sia in uscita, le attività’ proseguono con una confortante continuità. Naturalmente il pensiero va al Giubileo che caratterizza in particolare la vita economica romana.
È il tema dell’accoglienza a tenere banco con la conseguenza di renderla il più possibile efficiente ma anche ospitale a tutti i livelli. Roma, del resto, dall’inizio della sua storia è stato un polo di accoglienza e di integrazione. E questa caratteristica non l’ha mai dimenticata. I problemi semmai vengono da altre direzioni con un interrogativo che andrebbe posto fin d’ora: cosa ci aspetta dopo il Giubileo? Intanto dovremmo far tesoro del messaggio che arriva da questo evento religioso ma non solo: recuperare i valori dello spirito a partire da quello che il movimento sindacale ha ritenuto da sempre centrale, il rispetto della vita attraverso la realizzazione della dignità del lavoro. Ed a seguire un altro valore che non può rimanere appeso nelle buone intenzioni, vale a dire la solidarietà.
Naturalmente il tempo del Giubileo non dovrebbe passare però senza cominciare a confrontarsi sul futuro. Finora là dove ha prevalso il dialogo, vedi sul problema della sicurezza sul lavoro, la situazione è parsa sotto controllo, ma guai ad abbassare la guardia o allargare sciagurate maglie di discrezionalità ed abusi.
Invece non ci sono ancora passi avanti importanti su come iniziare a disegnare il post Concilio sul versante del lavoro e dell’azione per riorganizzare sul serio la vita cittadina, senza fughe in avanti ma anche senza attendismo.
L’inizio del Giubileo se si fosse previdenti da parte della nostra Amministrazione dovrebbe servire non solo a monitorare le esigenze della città e della regione durante questo grande evento, ma anche ad iniziare una riflessione con le parti sociali su come utilizzare questa esperienza per andare avanti, per non trovarsi a fare i conti con un riflusso economico e sociale negativo. Serve insomma più partecipazione, più apertura al contributo che dalla realtà sociale può venire in termini di proposte e di sollecitazioni ad affrontare i problemi che di certo con il Giubileo non scompaiono. L’errore da non commettere è proprio questo: considerare il Giubileo come un tappeto sotto il quale nascondere, ma per quanto? I problemi della città e della regione. Si tratterebbe di una tregua effimera. Del resto, non si dimentichi che Papa Francesco è forse fra le personalità nel mondo che ha usato le parole più esplicite sui diritti del lavoro e sulla dignità umana. Ad ognuno il suo lavoro, ma il nostro, quello di noi laici, è di dare concretezza a questi richiami evitando di chiuderci nel presente ed invece affrontando le sfide del futuro con passione, competenza e l’umiltà di chi vuole davvero risolvere i problemi e sa che c’è bisogno di tutti.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio