La nostra vita è destinata a camminare fra contrasti spesso forti: nella stessa giornata abbiamo dovuto registrare altri due morti sul lavoro a Roma del nostro settore, mentre dall’Europa arriva lo sdoganamento di risorse cospicue da utilizzare soprattutto in infrastrutture per superare le nostre arretratezze e creare lavoro vero, lavoro buono. Sempre che la speranza di oggi non si tramuti in delusione domani. In entrambi i casi, molto diversi fra di loro, resta fondamentale il ruolo sindacale. La necessità di ripresa economica e del lavoro non può venire pagata con l’amarissimo allungarsi delle liste delle vittime sul lavoro. Siamo vicini alle famiglie dei lavoratori morti, certo, ma è un atto doloroso che non vogliamo più ripetere. La sicurezza deve rimanere una priorità assoluta. E va gestita come tale. Il nostro impegno non deve deflettere, c’è troppa confusione da diradare per tutelare i lavoratori e la dignità del lavoro che svolgono.La ripresa è più che mai l’altro fondamentale terreno di azione per il sindacato. L’autunno rimane una incognita da affrontare con determinazione. Dall’Europa giunge una sponda importante, anche se i suoi effetti si vedranno nel 2021. Semmai può crescere la fiducia nelle prospettive del Paese. Sempre che esse non vengano immiserite dalle pratiche politiche. Anche il nostro territorio può essere un banco di prova. Da fare c’è molto. Alcuni segnali interessanti emergono. Anche nel rapporto con le Istituzioni locali. Ad esempio, abbiamo avuto la conferma che i lavori della Metro C a Roma procederanno fino a Piazza Venezia. E c’è la volontà da parte della amministrazione comunale di riorganizzare l’elenco delle opere praticabili e che da troppo tempo sono rimaste in sospeso. Ed ancora si profila la concreta possibilità di avere quel protocollo di direttive per il lavoro i questo periodo di Covid che da troppo tempo si attende. È il caso di dire meglio tardi che mai. Ma certamente la lentezza dell’iniziativa del Comune sui vari fronti sui quali è chiamata ad agire va superata al più presto. In autunno non sarà più tollerabile. Altro capitolo importante, per ora “inabissatosi”, è quello del decreto semplificazioni che può offrire nuove possibilità di lavoro per imprese e per lavoratori. Anche in questo caso va fatto chiarezza al più presto. La situazione occupazionale è grave e rischia di aggravarsi. E non possiamo accettare il fatto che si proceda verso un assistenzialismo senza speranza, per giunta gestito con difficoltà come testimonia l’andamento della erogazione della cassa integrazione. Noi non vogliamo che il settore edile a Roma e nel Lazio finisca per essere considerato un settore assistito quando invece può favorire una forte ripresa economica e lavorativa. La sostenibilità sociale dipende molto da quanto si saprà fare in autunno. In teoria gli spazi per il lavoro si sarebbero allargati, basti pensare agli incentivi per la transizione energetica degli edifici, basti osservare i cantieri fermi che attendono di ripartire. Certo, ci vuole una strategia, ma soprattutto vanno assicurate nel più breve tempo possibile le condizioni reali per ripartire. Questo diventa oggi l’obiettivo immediato di maggiore valore per evitare il peggio.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio