Sono tornati a piazza Montecitorio, questa mattina, in occasione dello sciopero nazionale di un'ora in tutti i cantieri, gli edili di Cgil, Cisl e Uil di Roma e del Lazio, per dire basta alla strage silenziosa delle morti bianche e chiedere interventi mirati al Governo.
Striscioni, cori e bandiere in piazza per esprimere il dissenso contro il colpevole silenzio della politica, locale e nazionale, sulla lunga scia di sangue che marca e attraversa i cantieri del Lazio e di Roma dove, complice anche la crisi che alimenta il lavoro nero e irregolare, le opere pubbliche sono del tutto bloccate ed i pochi appalti disponibili vengono assegnati con ribassi che arrivano fino al 60%.
Negli ultimi 5 anni a Roma e nel Lazio 34 lavoratori edili hanno perso la vita nei cantieri. Di questi, 21 erano operai italiani, 12 di nazionalità romena ed 1 di nazionalità albanese. Si conferma quindi sul territorio la contro-tendenza secondo la quale l'edilizia, tra i settori più colpiti dalla lunga recessione, non rappresenterebbe più un comparto di elezione per la manodopera straniera, così come invece accadeva nei decenni precedenti. In vertiginosa crescita il numero degli infortuni mortali tra gli over 60, che dal 2014 rappresentano il 18% del totale delle morti bianche.
Sono tornati a piazza Montecitorio, questa mattina, in occasione dello sciopero nazionale di un’ora in tutti i cantieri, gli edili di Cgil, Cisl e Uil di Roma e del Lazio, per dire basta alla strage silenziosa delle morti bianche e chiedere interventi mirati al Governo.
Striscioni, cori e bandiere in piazza per esprimere il dissenso contro il colpevole silenzio della politica, locale e nazionale, sulla lunga scia di sangue che marca e attraversa i cantieri del Lazio e di Roma dove, complice anche la crisi che alimenta il lavoro nero e irregolare, le opere pubbliche sono del tutto bloccate ed i pochi appalti disponibili vengono assegnati con ribassi che arrivano fino al 60%.
Negli ultimi 5 anni a Roma e nel Lazio 34 lavoratori edili hanno perso la vita nei cantieri. Di questi, 21 erano operai italiani, 12 di nazionalità romena ed 1 di nazionalità albanese. Si conferma quindi sul territorio la contro-tendenza secondo la quale l’edilizia, tra i settori più colpiti dalla lunga recessione, non rappresenterebbe più un comparto di elezione per la manodopera straniera, così come invece accadeva nei decenni precedenti. In vertiginosa crescita il numero degli infortuni mortali tra gli over 60, che dal 2014 rappresentano il 18% del totale delle morti bianche.
Sono tornati a piazza Montecitorio, questa mattina, in occasione dello sciopero nazionale di un’ora in tutti i cantieri, gli edili di Cgil, Cisl e Uil di Roma e del Lazio, per dire basta alla strage silenziosa delle morti bianche e chiedere interventi mirati al Governo.
Striscioni, cori e bandiere in piazza per esprimere il dissenso contro il colpevole silenzio della politica, locale e nazionale, sulla lunga scia di sangue che marca e attraversa i cantieri del Lazio e di Roma dove, complice anche la crisi che alimenta il lavoro nero e irregolare, le opere pubbliche sono del tutto bloccate ed i pochi appalti disponibili vengono assegnati con ribassi che arrivano fino al 60%.
Negli ultimi 5 anni a Roma e nel Lazio 34 lavoratori edili hanno perso la vita nei cantieri. Di questi, 21 erano operai italiani, 12 di nazionalità romena ed 1 di nazionalità albanese. Si conferma quindi sul territorio la contro-tendenza secondo la quale l’edilizia, tra i settori più colpiti dalla lunga recessione, non rappresenterebbe più un comparto di elezione per la manodopera straniera, così come invece accadeva nei decenni precedenti. In vertiginosa crescita il numero degli infortuni mortali tra gli over 60, che dal 2014 rappresentano il 18% del totale delle morti bianche nelle costruzioni di Roma e del Lazio. Lavoratori che invece di rischiare la vita sulle impalcature avrebbero diritto ad andare in pensione anticipata senza penalizzazioni. E’ ora di dire BASTA!
“Chiediamo di abbassare la soglia dei contributi necessari per accedere all’Ape agevolata, perché troppo alta per gli operai edili che, oltre a svolgere un lavoro gravoso, hanno spesso carriere discontinue che non permettono di accumulare contributi in maniera continuativa” – dichiarano Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil.
Inoltre, per i sindacati dell’edilizia “è fondamentale completare l’attuazione del decreto legislativo 81, anche con la costituzione della patente a punti, intervenire con azioni precise per contrastare il lavoro nero ed irregolare, ripristinare il Durc nella sua formula originaria e passare in breve tempo alla congruità, applicare il contratto edile a tutti i lavoratori in cantiere e rafforzare il ruolo degli enti bilaterali. Perché in un Paese civile non si può morire di lavoro“.
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