A 18 mesi di distanza della scadenza (dicembre 2012), dopo un negoziato tra i più complessi e conflittuali degli ultimi anni, è stato rinnovato il Contratto collettivo nazionale edilizia industria e cooperazione.
Sottoscritto unitariamente dalle federazioni nazionali di categoria Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil con Ance e Coop, il documento rappresenta un importante atto di responsabilità dei sindacati che hanno saputo mantenere l’unità anche di fronte ai ripetuti tentativi di strumentalizzazione della crisi messi in campo dalla controparte.
Il Contratto, che interessa circa 800mila addetti, prevede un aumento salariale pari a 48 euro al parametro 100, di cui 15 euro saranno corrisposti a decorrere dal primo luglio 2014 e 25 euro dal primo luglio 2015, mentre gli 8 euro di adesione al Prevedi (il fondo di previdenza complementare del settore) verranno versati a partire da gennaio 2015. Se la parte salariale risente evidentemente della pesante situazione in cui versa il comparto, rimane invece salda la garanzia delle tutele e dei diritti dei lavoratori. Dal testo definitivo è stata infatti stralciata, ad esempio, la richiesta avanzata dai costruttori di riformare la responsabilità solidale retributiva nei subappalti.
A 18 mesi di distanza della scadenza (dicembre 2012), dopo un negoziato tra i più complessi e conflittuali degli ultimi anni, è stato rinnovato il Contratto collettivo nazionale edilizia industria e cooperazione.
Sottoscritto unitariamente dalle federazioni nazionali di categoria Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil con Ance e Coop, il documento rappresenta un importante atto di responsabilità dei sindacati che hanno saputo mantenere l’unità anche di fronte ai ripetuti tentativi di strumentalizzazione della crisi messi in campo dalla controparte.
Il Contratto, che interessa circa 800mila addetti, prevede un aumento salariale pari a 48 euro al parametro 100, di cui 15 euro saranno corrisposti a decorrere dal primo luglio 2014 e 25 euro dal primo luglio 2015, mentre gli 8 euro di adesione al Prevedi (il fondo di previdenza complementare del settore) verranno versati a partire da gennaio 2015. Se la parte salariale risente evidentemente della pesante situazione in cui versa il comparto, rimane invece salda la garanzia delle tutele e dei diritti dei lavoratori. Dal testo definitivo è stata infatti stralciata, ad esempio, la richiesta avanzata dai costruttori di riformare la responsabilità solidale retributiva nei subappalti.
Oltre alla conferma del premio di anzianità professionale Ape, l’intesa prevede tre importanti novità: il riordino degli enti bilaterali; l’obbligatorietà, a spese delle imprese, dell’iscrizione dei lavoratori al fondo di previdenza complementare Prevedi; l’aumento fino al 40% della quota dei contratti a tempo determinato sul totale degli assunti, ma il 15% di questi dovrà obbligatoriamente passare dal portale BLEN.IT, vale a dire la borsa lavoro dell’edilizia.
Un corposo protocollo sugli organismi bilaterali sancisce la riorganizzazione e razionalizzazione degli enti – comitati paritetici territoriali, scuole e casse edili – al fine di garantire maggiore efficienza nelle prestazioni e nei servizi erogati ai lavoratori edili.
Al via, inoltre, la trasferta su base regionale (e in un secondo momento su scala nazionale) all’interno di un regolamento nazionale e della messa in rete delle casse edili.
Una decisione significativa riguarda infine i tempi di validità dell’accordo, che rispetto alla scadenza naturale avrà validità fino a giugno 2016, in modo da garantire il pieno esercizio della contrattazione di secondo livello.
Il testo sarà ora sottoposto al giudizio finale dei lavoratori, il quale sarà espresso secondo le modalità previste dai recenti accordi interconfederali unitari sulla rappresentanza.