Metro C

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Metro C roma

Sciopero

Metro C roma

Un appello accorato a Gabrielli, per la convocazione immediata di un tavolo, presso la Prefettura di Roma, con tutti i soggetti interessati per far ripartire l’opera e garantire lavoro: questa la richiesta dei sindacati territoriali dell’edilizia Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, dopo la denuncia sul blocco dei lavori per la realizzazione della Metro C e sul fallimento della mobilità capitolina.

Il Consorzio ha infatti ufficializzato la chiusura dei cantieri e avviato le procedure di mobilità per licenziare tutti. 110 i dipendenti coinvolti, a cui vanno ad aggiungersi circa 400 operai dell’indotto. La Metro C si fermerà forse a San Giovanni (stazione non ancora completata), e non vi sarà alcun prolungamento fino ai Fori Imperiali (tratta T3). Un’opera monca, dunque inservibile.

A pagare, per l’ennesima volta, rischiano di essere coloro che finora hanno garantito l’esecuzione dell’opera, cioè i lavoratori, in nome della socializzazione delle perdite e della privatizzazione degli utili. Nessuno, infatti, intende assumersi la responsabilità del controllo, della programmazione e del pagamento dei SAL (stato avanzamento dei lavori).

Metro C

Un appello accorato a Gabrielli, per la convocazione immediata di un tavolo, presso la Prefettura di Roma, con tutti i soggetti interessati per far ripartire l’opera e garantire lavoro: questa la richiesta dei sindacati territoriali dell’edilizia Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, dopo la denuncia sul blocco dei lavori per la realizzazione della Metro C e sul fallimento della mobilità capitolina.

Il Consorzio ha infatti ufficializzato la chiusura dei cantieri e avviato le procedure di mobilità per licenziare tutti. 110 i dipendenti coinvolti, a cui vanno ad aggiungersi circa 400 operai dell’indotto. La Metro C si fermerà forse a San Giovanni (stazione non ancora completata), e non vi sarà alcun prolungamento fino ai Fori Imperiali (tratta T3). Un’opera monca, dunque inservibile.

A pagare, per l’ennesima volta, rischiano di essere coloro che finora hanno garantito l’esecuzione dell’opera, cioè i lavoratori, in nome della socializzazione delle perdite e della privatizzazione degli utili. Nessuno, infatti, intende assumersi la responsabilità del controllo, della programmazione e del pagamento dei SAL (stato avanzamento dei lavori).

I sindacati auspicano una convocazione da parte del Prefetto in tempi rapidi. In caso contrario, la mobilitazione proseguirà ad oltranza, e non si esclude un presidio presso la Prefettura a via IV Novembre.