Stato di agitazione al porto di Civitavecchia: protestano i lavoratori edili dal cantiere sequestrato dalla magistratura, che questa mattina si sono riuniti in presidio davanti la sede dell'Autorità portuale. Da quattro mesi senza stipendio, con gli ammortizzatori sociali in scadenza e a rischio di licenziamento, le maestranze chiedono certezze sui tempi di riapertura del cantiere e piena occupazione, compresi gli interinali.
Superate le difficoltà dei vincoli giudiziari nei cantieri per la costruzione della nuova darsena nord, emergono ora nuove problematiche di ordine economico e contrattuale. Vecchi contenziosi tra la Società Darsene Nord Civitavecchia e l'Autorità portuale, unitamente alla definizione e quantificazione economica del nuovo programma lavori, rendono difficili le previsioni circa la possibilità di riavviare in tempi brevi le lavorazioni.
"E' gravissimo, inaccettabile che si continui a ritardare il riavvio delle attività" – dichiara Massimo Fiorucci della Feneal Uil di Roma – "Il cantiere ad oggi non risulta più fermo a causa del sequestro, a quanto riferisce l'Autorità portuale ai sindacati, bensì per motivi economici, mentre è a rischio la tenuta sociale in un'economia come quella cittadina messa in ginocchio dalla crisi e per un settore, l'edilizia, ormai allo stremo.
Stato di agitazione al porto di Civitavecchia: protestano i lavoratori edili dal cantiere sequestrato dalla magistratura, che questa mattina si sono riuniti in presidio davanti la sede dell’Autorità portuale. Da quattro mesi senza stipendio, con gli ammortizzatori sociali in scadenza e a rischio di licenziamento, le maestranze chiedono certezze sui tempi di riapertura del cantiere e piena occupazione, compresi gli interinali.
Superate le difficoltà dei vincoli giudiziari nei cantieri per la costruzione della nuova darsena nord, emergono ora nuove problematiche di ordine economico e contrattuale. Vecchi contenziosi tra la Società Darsene Nord Civitavecchia e l’Autorità portuale, unitamente alla definizione e quantificazione economica del nuovo programma lavori, rendono difficili le previsioni circa la possibilità di riavviare in tempi brevi le lavorazioni.
“E’ gravissimo, inaccettabile che si continui a ritardare il riavvio delle attività” – dichiara Massimo Fiorucci della Feneal Uil di Roma – “Il cantiere ad oggi non risulta più fermo a causa del sequestro, a quanto riferisce l’Autorità portuale ai sindacati, bensì per motivi economici, mentre è a rischio la tenuta sociale in un’economia come quella cittadina messa in ginocchio dalla crisi e per un settore, l’edilizia, ormai allo stremo.
Stato di agitazione al porto di Civitavecchia: protestano i lavoratori edili dal cantiere sequestrato dalla magistratura, che questa mattina si sono riuniti in presidio davanti la sede dell’Autorità portuale. Da quattro mesi senza stipendio, con gli ammortizzatori sociali in scadenza e a rischio di licenziamento, le maestranze chiedono certezze sui tempi di riapertura del cantiere e piena occupazione, compresi gli interinali.
Superate le difficoltà dei vincoli giudiziari nei cantieri per la costruzione della nuova darsena nord, emergono ora nuove problematiche di ordine economico e contrattuale. Vecchi contenziosi tra la Società Darsene Nord Civitavecchia e l’Autorità portuale, unitamente alla definizione e quantificazione economica del nuovo programma lavori, rendono difficili le previsioni circa la possibilità di riavviare in tempi brevi le lavorazioni.
“E’ gravissimo, inaccettabile che si continui a ritardare il riavvio delle attività” – dichiara Massimo Fiorucci della Feneal Uil di Roma – “Il cantiere ad oggi non risulta più fermo a causa del sequestro, a quanto riferisce l’Autorità portuale ai sindacati, bensì per motivi economici, mentre è a rischio la tenuta sociale in un’economia come quella cittadina messa in ginocchio dalla crisi e per un settore, l’edilizia, ormai allo stremo. Non terminare quest’opera rappresenterebbe un danno per tutto il Paese non soltanto per lo sviluppo del territorio di Civitavecchia e del Lazio“.
In mancanza di risposte in tempi brevi, i lavoratori annunciano nuove iniziative di mobilitazione.