Lavoro, contratto, salute, pensioni: questi i temi che saranno al centro dello sciopero nazionale dell’intero comparto dell’edilizia, proclamato dai sindacati Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil per il prossimo 18 dicembre. Una decisione assunta a seguito “dello stallo nella trattativa per il rinnovo del contratto collettivo edile, sul quale purtroppo non registriamo reali disponibilità ed aperture da parte dalle associazioni datoriali”, puntualizzano le tre segreterie nazionali. Lo sciopero del 18 dicembre prevede l’astensione dal lavoro degli edili per l’intera giornata, con manifestazioni di carattere interregionale che coinvolgeranno, tra le altre, anche la città di Roma. “Gli edili della Capitale d’Italia hanno già pagato un prezzo altissimo alla crisi con la fuoriuscita dal mercato regolare di migliaia di addetti, confluiti spesso nel lavoro nero o irregolare” – chiosa Agostino Calcagno, Segretario Generale Feneal Uil Roma – “La città si trova inoltre a dover fare i conti con l’immobilismo dell’amministrazione capitolina sulla programmazione e cantierizzazione delle importanti opere di infrastrutturazione e viabilità di cui il territorio avrebbe invece primario bisogno. Come se non bastasse, i pochi lavoratori regolari ancora presenti nell’edilizia romana sono costretti a scontare persino l’atteggiamento dilatorio della controparte datoriale, che da ben due anni rende difficoltoso il rinnovo del contratto integrativo e penalizza gli addetti e le loro famiglie con un’irresponsabile erogazione a singhiozzo delle prestazioni della Cassa edile”, aggiunge Calcagno, che conclude “Lo sciopero nazionale proclamato dai tre sindacati nazionali dell’edilizia è l’unica risposta possibile a questo stato di cose che sta spingendo le costruzioni, da sempre volano anticiclico, sull’orlo del baratro nell’intero Paese e nelle sue città”.