Cassa integrazione: continua la crisi

Cassa integrazione: continua la crisi

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crisi2In quelli che erano gli anni del boom economico, Modugno cantava «Volare». Oggi, nell’Italia della crisi profonda, l’unico indice a crescere è quello delle ore di cassa integrazione, sempre più spesso anticamera della disoccupazione. Come rileva l’Inps, tra il mese di ottobre e quello di novembre 2012 i sussidi sono saliti del 5%. Nei primi 11 mesi si è superato il miliardo di ore (1.004 milioni) con un aumento dell’11,8% rispetto allo stesso periodo del 2011 (quando le ore erano invece 898 milioni). Ad essere più richiesta è la cassa integrazione ordinaria.

Cassa  integrazione: continua la crisi

In quelli che erano gli anni del boom economico, Domenico Modugno cantava «Volare». Oggi, nell’Italia della crisi profonda, l’unico indice a crescere è quello delle ore di cassa integrazione, sempre più spesso anticamera della disoccupazione. Come rileva l’Inps, tra il mese di ottobre e quello di novembre 2012 i sussidi sono saliti del 5%. Nei primi 11 mesi si è superato il miliardo di ore (1.004 milioni) con un aumento dell’11,8% rispetto allo stesso periodo del 2011 (quando le ore erano invece 898 milioni). Ad essere più richiesta è la cassa integrazione ordinaria (adottata per la sospensione dell’attività produttiva dovuta a eventi temporanei non imputabili al datore di lavoro, situazioni temporanee di mercato, intemperie e così via). La crisi nell’industria ha fatto per  l’appunto volare le ore autorizzate del 60,2% rispetto a novembre 2011. Il settore edile ha invece registrato un aumento tendenziale pari al 20,5%. Il problema che si pone adesso è il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, soprattutto per la Cig in deroga, poiché le risorse a disposizione daranno fiato solo per pochi mesi ancora, mancando – a conti fatti – almeno due miliardi di euro. Fatto in sé intollerabile, se si ragiona sui tempi della durata di una crisi che continuerà ancora a lungo. A quasi quattro miliardi ammonta la perdita di reddito subita nell’anno appena trascorso dai lavoratori italiani in cassa integrazione. Ciò comporta, per ogni singola persona posta ai margini del ciclo produttivo, una retribuzione decurtata di 7.400 euro annui. Sono le cifre di un dramma sociale collettivo dal quale occorre trovare al più presto una via d’uscita.